E’ partita ufficialmente la campagna antievasione del fisco. Grazie al risparmiometro, l’Agenzia delle Entrate sta passando al setaccio i conti correnti di società, ditte individuali e tutti i titolati di partita iva i cui saldi contabili presentano scostamenti significativi con le dichiarazioni reddituali. Nel mirino anche le singole movimentazioni di denaro e in particolare i versamenti e i prelevamenti di contanti di un certo importo e con frequenza.

Il provvedimento dell’8 agosto 2019

Sotto esame sono le dichiarazioni dei redditi del 20169 e 2017 e i relativi movimenti bancari.

A specificarlo è un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate dello scorso 8 agosto 2019 (n. 669173/19) che chiarisce anche le modalità di verifica dell’efficacia della procedura di controllo antievasione. In attuazione di tale disposizione, l’Amministrazione finanziaria ha elaborato una procedura sperimentale di analisi del rischio di evasione per società di persone e società di capitali, mediante l’utilizzo integrato delle informazioni comunicate dagli operatori all’Archivio dei rapporti finanziari e degli altri elementi presenti in Anagrafe tributaria. Per ogni posizione segnalata, vengono comunicati gli elementi significativi presenti in Anagrafe tributaria e le informazioni sulla numerosità dei conti correnti, oltre che i saldi e i movimenti dei rapporti finanziari. Dopo aver verificato le posizioni segnalate le Direzioni Provinciali provvedono a fornire un feedback: una volta riscontrata un’incoerenza tra redditi e ricavi, scattano i controlli volti a contrastare l’evasione fiscale.

Un contribuente su tre a rischio accertamento

Secondo le prime indiscrezioni trapelate, un contribuente su tre è sospettato di evasione e uno su cinque potrebbe essere passibile di accertamento entro i prossimi mesi da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il sistema di controlli antievasione è ancora in fase di sperimentazione, ma già s’intravvedono i primi riscontri ai quali seguiranno poi, all’atto pratico, le comunicazioni e le richieste di collaborazione ai contribuenti. Il meccanismo alla base del redditometro è quello di stimare le spese medie di ogni contribuente e di confrontarle con il reddito dichiarato e capire se le spese effettuate superano i redditi conseguiti.

Le movimentazioni di denaro

Da oggi, quindi, incassare soldi senza l’emissione di relativa fattura sarà sempre più difficile perché quei soldi non potranno essere spesi “regolarmente” e nemmeno depositati sui conti correnti senza adeguata giustificazione che non trovi riscontro nella dichiarazione dei redditi. Lo scontrino elettronico e la fattura elettronica perfezioneranno in tempo reale la rete di controlli che il fisco sta implementando per arrivare a verifiche antievasione con un margine di errore del 10-15% – sostengono gli esperti -.

Il Risparmiometro

Popolarmente viene chiamato risparmiometro il nuovo strumento dell’Agenzia delle Entrate per individuare gli evasori fiscali. Consiste in un algoritmo che permette di individuare discrepanze tra quanto i contribuenti hanno dichiarato al fisco e quanti risparmi hanno sul conto. In caso di anomalie bisognerà fornire adeguata spiegazione. L’obiettivo è scovare chi non ha dichiarato tutti i redditi percepiti, ma anche chi ottiene denaro in nero, dunque sommerso e non dichiarato al fisco. Tuttavia, il rischio è che vengano considerati anomali anche soggetti in regola, ma che presentano discrepanze con quanto possiedono sul conto corrente magari per regali in denaro ricevuti o per oculate azioni di risparmio.