Buongiorno, ho letto vari articoli sul risparmiometro  ma ci sono alcune cose che non mi sono molto chiare, soprattutto per la mia situazione economica. In quanto non lavorando da circa 2 anni vivo di rendita con del denaro avuto in donazione da mia nonna tramite un buono fruttifero successivamente da me depositato su un libretto postale a me intestato. Soldi con cui sostengo le mie spese di tutti i giorni. Vista la mia situazione volevo sapere se sono soggetto a eventuali controlli futuri da parte dell’ A.E

Siccome io faccio Modello Unico essendo diventato  proprietario per 1/3 di case e terreni con mia madre e mia sorella dopo decesso di mio padre ed essendo anche proprietario di un appartamento donatomi da mio padre di cui io devo sostenere spese al momento con denaro sopra citato. Questi miei risparmi non vanno dichiarati nel 730?… Giusto?

Se in caso dovesse succedere un eventuale controllo come si fa a dimostrare che mia monna mi ha lasciato questi soldi? E’ una cosa successa un pò di anni fa e non ho la ricevuta di questo movimento prima che io cominciassi a spenderli da li in poi posso dimostrarli essendo tutto scritto su libretto postale le poste mi posso aiutare in questo senso? Sperando di essere stato abbastanza chiaro nella mia richiesta di informazioni .

Risparmiometro e controlli

I controlli dell’Agenzia delle Entrate sono affidati dal 219 al risparmiometro che non è altro che un algoritmo che misura gli scostamenti pari o superiori al 20% fra entrate e uscite dai saldi di conto corrente.

Ciò non significa che tutti i contribuenti che incappano in tali scostamenti siano soggetti ad accertamento (si tratta di passare al setaccio circa 700 milioni di movimentazioni), poiché poi l’Agenzia delle Entrate dovrà verificare i singoli casi sospetti di evasione fiscale. In particolare, finiranno nel mirino del fisco i titolari di partita iva e le transazioni pari o superiori a 5.000 euro che non trovano riscontro contabile nella dichiarazione dei redditi.

I versamenti di contante

Se, ad esempio, un commerciante versa in banca più 10.000 euro in contanti ed è la prima volta che lo fa, dovrà poter dimostrare che tali soldi sono frutto della sua attività, desumibile dalle fatturazioni e dalla dichiarazione dei redditi. Lo stesso vale per ingenti prelievi di denaro che potrebbero alimentare possibili casi di evasione fiscale (pagamenti in nero). Bisognerà sempre dimostrare per cosa sono stati impiegati i soldi contanti di cui è possibile perdere traccia.

I saldi di conto corrente e le movimentazioni

Ciò premesso il risparmiometro, entrato in funzione quest’anno, non potrà contestare passate movimentazioni di denaro per sospetta evasione fiscale. Quindi, se una persona ha depositato somme di denaro superiori a 5.000 euro sul proprio conto corrente o i saldi di conto si fossero discostati di oltre il 20% prima che entrasse in vigore la legge attuativa dei controlli fiscali, non c’è da preoccuparsi (a meno che non vi sia sospetto di riciclaggio). Nel caso in esame, visto che il deposito è avvenuto “alcuni anni fa”, si può stare tranquilli. Eventualmente, qualora l’Agenzia delle Entrate dovesse chiedere spiegazioni, sarà sufficiente dimostrare che tali somme di denaro sono frutto di successione a mezzo buono fruttifero postale (peraltro esentato da imposte e quindi non da dichiarare).

In conclusione bisogna sempre tenere presente che l’Agenzia delle Entrate è a caccia di evasori e quindi di somme di denaro non dichiarate o frutto di transazioni esenti da imposte. Al fisco non interessa sapere come uno faccia a campare senza lavoro, posto che in passato abbia risparmiato e accantonato soldi in banca, su libretti, in cassaforte o sotto il materasso.