Si intensifica il dibattito sulla riforma delle pensioni in questo torrido clima estivo. L’attività parlamentare sta per prendersi una pausa, ma tecnici ministeriali, esperti di previdenza e parti sociali riflettono attentamente sulle varie possibilità di riforma delle pensioni per il 2024. Il prossimo incontro fra governo e sindacati è previsto per settembre, quando si inizierà a preparare la legge di bilancio.

Come noto, Quota 103 scadrà a fine anno e, in assenza di interventi, si tornerà integralmente alle regole Fornero. Un lavoratore preoccupato perché rimarrà escluso dall’opportunità di sfruttare l’uscita anticipata a 62 anni con 41 di contributi ci scrive chiedendo quali soluzioni alternative ci saranno.

E se veramente sarà ripristinata Quota 96, soppressa nel 2012 dalla riforma del governo Monti.

Riforma pensioni 2024 e Quota 96

Ebbene, al momento si stanno vagliano tutte le ipotesi possibili per evitare un ritorno brusco alle regole Fornero. Come sappiamo, le uscite possibili con questo sistema sono a 67 anni di età con almeno 20 di contributi o con 41-42 anni e 10 mesi di contributi (donne e uomini rispettivamente) indipendentemente dall’età anagrafica. Sinceramente troppo, anche considerando l’allungamento della speranza di vita nell’ultimo decennio.

Sia il governo che i sindacati sono alla ricerca di una soluzione accomodante per i lavoratori, ma lo scoglio è rappresentato dalla spesa pensionistica che continua a salire. Non solo. In prospettiva bisognerà stanziare altri 14-15 miliardi di euro nel 2024 per rivalutare le pensioni in pagamento per effetto dell’inflazione. La coperta risulta quindi abbastanza tirata e le risorse disponibili sono ridotte.

Fra le varie ipotesi si è tornati a parlare di Quota 96 ultimamente. Vale a dire quella via d’uscita anticipata che la Fornero abolì 12 anni fa e che prevedeva l’uscita dal lavoro a 61 anni di età con almeno 35 di contributi. Più precisamente si trattava di pensione di anzianità con 60 anni di età (61 per i lavoratori dipendenti e 35 di contributi con incremento a 61 dal 2010 e a 62 dal 2014.

Il nodo risorse per le nuove pensioni

Le pensioni di anzianità furono quindi eliminate, ad eccezione che per i militari e le forze dell’ordine, perché costavano troppo. Non tanto per l’età con cui si poteva lasciare il lavoro in anticipo, quanto per il sistema di calcolo che ricadeva per la maggior pare dei lavoratori nel sistema retributivo e quindi più oneroso per l’Inps.

Oggi, a distanza di 12 anni, il sistema di calcolo retributivo per chi ha 60-61 anni di età e 35 di contributi sarebbe in prevalenza contributivo e quindi meno costoso per lo Stato. Ragion per cui il ritorno a Quota 96 avrebbe un senso. Anche se, in ogni caso, bisognerebbe mettere in conto un maggior esborso economico sul lungo periodo semplicemente per il fatto che la pensione sarebbe pagata per un numero di anni maggiore rispetto alle regole Fornero.

E questo – dicono gli esperti – anche se fosse introdotto un sistema di calcolo interamente contributivo per chi decidesse di accedere a Quota 96. Tant’è che Opzione Donna che prevede l’uscita addirittura a Quota 95, è stata ristretta a pochissime elette da quest’anno. Proprio perché cominciava a costare troppo.

Le alternative

Difficile quindi – per rispondere al lettore – che Quota 96 possa vedere la luce nel 2024 stante gli impegni di spesa per le rivalutazioni e i costi in aumento per la previdenza. Più probabile che Quota 103 possa essere prorogata di un altro anno per non penalizzare gli esclusi del 2023 o che si riservi la misura solo ai lavoratori usuranti, molti dei quali peraltro già godono di prerogative simili.

Fra le altre alternative si parla di Quota 41, ma solo col ricalcolo contributivo e della pensione in due tranches come suggerita dall’Inps. Con l’uscita a 63-64 anni e liquidazione di una prima parte di pensione col sistema contributivo per la parte maturata e una seconda parte al compimento dei 67 anni per quanto concerne i contributi versati nel sistema retributivo (ante 1996).

Riassumendo…

  • Si accende in dibattito sulla riforma pensioni in vista dell’incontro governo-sindacati a settembre.
  • Fra le ipotesi di riforma, si parla anche di Quota 96.
  • Come funzionerebbe la pensione anticipata con 35 anni di contributi.
  • Le alternative per il dopo Quota 103.