Compilare una domanda di pensione è apparentemente facile, ma bisogna stare attenti a non incappare in banali errori. Soprattutto se la si presenta da soli, direttamente online dal sito Inps, cioè senza il supporto di un consulente. Del resto, il fai da te, benché conveniente, comporta sempre qualche rischio.

Per chi si avvicina alla pensione di vecchiaia è in fase di sperimentazione la “precompilata” Inps. Il servizio, in via sperimentale, aiuta l’assicurato a presentare la domanda di pensione evitando molti errori poiché la maggior parte dei dati sono già presenti.

Un messaggio automatico avvisa il lavoratore ad accedere alla propria area Inps per il completamento della domanda.

Domanda di pensione sbagliata, si può annullare?

Il problema, semmai, sorge per quanto riguarda le domande di pensione anticipate e che richiedono magari la verifica di passaggi particolari. Come il cumulo dei contributi, la totalizzazione o il controllo di periodi assicurativi non coperti o svolti all’estero.

In questi casi è compito del lavoratore indicare all’Inps tutte le varie opzioni. Passaggi non complessi, ma a volte di difficile comprensione. Può quindi sfuggire qualcosa per cui il calcolo della pensione potrebbe risultare sbagliato o i contributi insufficienti ad accogliere l’istanza. Con conseguenze sull’importo dell’assegno. Cosa fare in questo caso?

Ebbene, la procedura Inps non prevede che si possa annullare una richiesta già in corso. E nemmeno la si può rettificare una volta inoltrata e protocollata. Tuttavia è possibile integrarla, cioè aggiungere, prima che sia liquidata la prestazione, elementi nuovi tali da completare in maniera esaustiva l’iter procedurale.

Un po’ come avviene per la presentazione del modello fiscale 730 che, una volta trasmesso all’Agenzia delle Entrate, non può più essere revocato, ma solo integrato con elementi nuovi tali da apportare le dovute correzioni.

Cosa fa l’Inps prima di liquidare la pensione

Dunque, se si riscontrano degli errori tali da compromettere l’esito della domanda di pensione, le strade da percorrere sono due: integrare nei termini l’istanza o attendere il rigetto dell’istanza e ripresentare la domanda di pensione.

Nel primo caso l’Inps è tenuto ad accogliere le integrazioni dell’assicurato, ma non è detto che questa procedura riesca a sanare eventuali errori nel calcolo della pensione. Il rischio è che ci si ritrovi una pensione più bassa rispetto a quella spettante. Allo scopo, la Corte di Cassazione (ordinanza n. 74 del 2000) ha richiamato l’attenzione dell’Inps in base al principio di correttezza e buon andamento dell’azione amministrativa.

Quindi, posto che la domanda non si può più annullare una volta presentata, l’Inps è tenuto a rettificarla se, su segnalazione dell’assicurato e prima della liquidazione, siano emersi errori tali da comprometterne l’esito.

La seconda strada è, invece, quella del rigetto dell’istanza. Se l’assicurato si accorge che la domanda di pensione è viziata da errori tali da non prevederne l’accoglimento, può attendere la reiezione formale e presentare poi una nuova istanza corretta. Unico problema, in questo caso, è che la decorrenza della pensione subirà dei ritardi. In ogni caso, se sono previste delle finestre di uscita e il lavoratore si è muove per tempo, potrebbe anche non perdere nulla, se non la pazienza di dover ripresentare la richiesta.

Riassumendo…

  • La domanda di pensione, una volta presentata, non può essere ritirata.
  • Alcuni errori possono determinare un calcolo diverso dell’importo spettante.
  • Sono previste richieste integrative prima della liquidazione della prestazione, ma non sono vincolanti.
  • L’assicurato può attendere il rigetto della domanda di pensione e presentarne una successiva corretta.