Per il momento siamo ancora nel campo delle indiscrezioni, anche se la sanatoria delle cartelle esattoriali appare ormai certa come provvedimento del governo. Presto se ne saprà di più, anche perché sarà il momento della Legge di Bilancio e del collegato Decreto Fiscale. E allora si vedrà quali saranno i provvedimenti di aiuto che il governo ha deciso di introdurre per famiglie, contribuenti e imprese alle prese con le cartelle esattoriali. Una misura che ormai appare certa è la cancellazione delle cartelle esattoriali di più basso importo.

“Gentile redazione, sono un contribuente altamente indebitato con diverse Amministrazioni Pubbliche. Per esempio ho 4 anni di bollo auto non pagato alla mia Regione. E poi non ho pagato al mio Comune l’IMU e la TARI da almeno 4 anni. Sono pieno di notifiche e cartelle esattoriali, a tal punto che mi hanno già bloccato una auto con il fermo amministrativo. Sto sentendo dire che le cartelle di basso importo saranno cancellate. Sotto i 1.000 euro se non ho capito male. Ma non ho capito se si parla di singola cartella o di intera posizione debitoria. Tra interessi e multe per esempio, solo di bollo auto devo 1.200 euro. E per il Comune la situazione è la stessa. Non ho il coraggio di verificare la mia posizione debitoria anche perché credo ci siano anche multe del Codice della Strada, una sanzione della Prefettura per un assegno scoperto e così via. Posso sognare di rientrare nel condono che il governo vuole avviare?”

I super-indebitati e cosa cambierà con la sanatoria del nuovo governo Meloni

In Italia casi come quello del nostro lettore sono tantissimi. C’è davvero moltissima gente super-indebitata con il Fisco per i più svariati balzelli. Non c’è tassa che non è evasa, anche se ci sono quelle largamente evase e quelle meno largamente. In primo luogo andrebbe distinta l’evasione volontaria, di chi anche avendo i soldi per pagare, non lo fa.

E ci sono i soggetti che invece non possono e che diventano sempre di più per via della crisi economica e sociale di questi ultimi anni. Un contribuente spesso è chiamato a scegliere tra priorità. Comprare le cose da mangiare o i beni di prima necessità o pagare le tasse. E la scelta non può che ricadere su ciò che davvero è la priorità.

La sanatoria delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro

Uno dei provvedimenti più attesi è quello relativo alla cancellazione d’ufficio e automatica delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro. La sanatoria è un provvedimento che si ispira a quello di qualche anno fa che cancellò però le cartelle più obsolete, cioè quelle antecedenti il 2011. All’epoca si decise di rottamare quelle cartelle dal carico dei contribuenti, anche perché si trattava di crediti fiscali delle PA, potenzialmente non più esigibili. La stessa motivazione che potrebbe spingere l’esecutivo a varare un provvedimento simile. Incassare cartelle sotto i 1.000 euro per lo Stato significa spendere più soldi di quelli che si andrà ad incassare: ecco perché la sanatoria delle cartelle esattoriali diventa conveniente per tutti. Naturalmente, se il contribuente non vuole pagare, le autorità saranno costrette ad avviare le iniziative di riscossione coattiva tipiche del Fisco italiano. Dal governo sembra che si tende a considerare queste cartelle come un danno per lo Stato e non come una possibilità di guadagno. Anche perché ci sono cartelle di utenti deceduti e privi di eredi attaccabili dal Fisco. O anche perché ci sono cartelle che riguardano lavoratori autonomi falliti e con Partita IVA chiusa.

Cartelle singole e non cumulative, ma l’anno di cancellazione non libera tutti i contribuenti dal peso

Il vecchio provvedimento cancellò le cartelle fino al 2010. Quello nuovo non potrà certo estendersi al 2022, perché occorre fissare una data precedente per non rischiare di far passare il provvedimento come un autentico condono.

Se venissero cancellate tutte le cartelle fino al 2022, verrebbe meno uno dei motivi che sembrano giustificare un provvedimento di sanatoria così netto. Infatti verrebbe meno il fatto che si tratta di crediti potenzialmente non più esigibili. Il provvedimento ha discrete possibilità che diventi realtà proprio per via di queste problematiche che lo rendono a vantaggio del contribuente ma anche dello Stato. E potrebbe essere fissato al 2015 o al 2016 il termine ultimo entro cui devono essere datate le cartelle per essere azzerate d’ufficio. In pratica, un colpo di spugna fino al 2015 o 2016 e per singole cartelle. In risposta al nostro lettore, dobbiamo dire che probabilmente si farà come nel precedente provvedimento delle cartelle fino al 2010. Innanzi tutto si parla di cartelle e non di debiti generici. Se un bollo auto non è ancora dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma è della Regione, questo non è ancora ruolo e quindi cartella, e non rientra in nessun caso nella sanatoria. Inoltre la cartella va intesa singola, al lordo delle sanzioni e degli interessi, ma non cumulativa con altri balzelli o con altri debiti della stessa natura.

Quali debiti e quali balzelli verranno condonati con la sanatoria delle cartelle esattoriali

Cartelle sotto i 1.000 euro, singoli debiti e già passati a ruolo. Sono i tre fattori da considerare nella cancellazione d’ufficio di queste pendenze dei contribuenti. Chi ha più bolli da pagare, come il nostro lettore, potrebbe vederseli cancellare tutti, se sono diventati cartelle entro il 2015 o 2016. Il bollo auto è un tipico esempio di tassa o imposta evasa che genera cartelle che difficilmente superano i 1.000 euro. Lo stesso si può dire per le cartelle relative al canone RAI. IMU, TARI e altre tasse a carattere locale possono essere trattate come bollo auto e canone RAI come importi. Diverso il caso della sanzione della Prefettura per un assegno scoperto o per una IRPEF non versata con i modelli di dichiarazione dei redditi.

In questi casi arrivare sopra i 1.000 euro è assai facile. Ma questi debiti, e forse anche più in avanti rispetto al 2015, potrebbero godere del nuovo saldo e stralcio. Infatti insieme alla cancellazione delle cartelle fino a 1.000 euro potrebbe nascere un nuovo saldo e stralcio che consentirà ai contribuenti di pagare a rate solo il 20% del debito contratto e della cartella. Un abbuono dell’80% di quanto dovuto su cui aggiungere solo una sanzione forfettaria del 5%.