Dal prossimo anno Quota 103 sarà sostituita da Quota 104. Forse. Perchè in quetso momento è ancora tutto in discussione e quello che si dice oggi, domani viene smentito. Salvo poi tornare ancora al punto di partenza. Nel dubbio prendiamo per buono che alla fine si andrà in pensione con un anno in più. Per andare in pensione bisognerà avere un anno in più rispetto ai 63 anni previsti oggi. Pertanto, in linea con le intenzioni del governo Meloni, il periodo contributivo minimo di 41 anni per il prepensionamento sarà prolungato senza riforme strutturali del sistema pensionistico.

Di fatto, il requisito contributivo, già elevato, rimane lo stesso, mentre il requisito anagrafico aumenta di 1 anno rendendo più stretta la via per l’uscita anticipata. Un passo in avanti che tende ad avvicinare la deroga alla pensione di vecchiaia a quella prevista per le uscite anticipate della Fornero con 41-42 anni e 10 mesi di contributi.

Chi potrà andare in pensione con Quota 104

Come detto, per andare in pensione nel 2024 con Quota 104, se non sarà archiviata la proposta, bisognerà avere almeno 63 anni di età e 41 di contributi. Fatti due conti, solo i nati fino al 1961 e che hanno alle spalle una contribuzione continuativa dal 1983 potranno beneficiare dell’uscita anticipata. Ci potranno andare anche coloro che hanno iniziato a lavorare dopo, ma solo se sono laureati e hanno riscattato ai fini pensionistici i periodi di studio svolti.

Il diritto alla pensione a 63 anni si matura quindi solo con 41 anni di contribuzione alle spalle. Chi non ci arriva dovrà attendere e quindi lavorare ancora qualche anno. A meno che riesca a uscire a 64 anni di età con una rendita pari ad almeno 2,8 volte l’importo della pensione sociale. Ma questo vale solo per chi ricade nel solo sistema contributivo ed è, a tutti gli effetti, una opzione riservata a pochissimi eletti.

Vi sarà quindi una ulteriore restrizione rispetto a quanto previsto oggi per Quota 103. Soprattutto per i lavoratori che per poco non raggiungono il requisito anagrafico dei 62 anni quest’anno, pur avendo 41 anni di contributi. In altre parole, chi al 31 dicembre 2023 ha 41 anni di contributi e 61 di età, non potrà lasciare il lavoro né quest’anno, né l’anno prossimo.

Esclusi sia da Quota 103 che da Quota 104

Costoro si trovano in una situazione problematica. Se Quota 103, alla fine, fosse veramente abolita per lasciare spazio a Quota 104, 41 anni di contributi e 61 di età a fine dicembre non serviranno a nulla. Il lavoratore dovrà per forza lavorare ancora prima di poter lasciare il lavoro.

Potrà andare solo quando raggiungerà il requisito contributivo minimo previsto dalla Fornero con 41 anni e 10 mesi di contributi (donne) o 42 anni e 10 mesi (uomini) indipendentemente dall’età. A essere coinvolti saranno soprattutto i nati nel 1960 e 1961, i primi nati della generazione dei baby boomer.

Chi potrà ancora andare in pensione con Quota 103

Ma attenzione. Nel 2024 si potrà ancora andare in pensione con Quota 103. In base al principio della cristallizzazione del diritto alla pensione, i lavoratori che al 31 dicembre 2023 avranno raggiunto il diritto a uscire dal lavoro a 62 anni di età con anzianità contributiva di 41 anni, potranno farlo successivamente. Così come previsto, del resto, per tutte le altre forme pensionistiche.

Vi rientrano soprattutto coloro che hanno scelto o sceglieranno di restare al lavoro in cambio dell’incentivo economico (ex bonus Maroni). Questi lavoratori possono beneficiare di una maggiorazione dello stipendio fino alla maturazione del requisito per la pensione di vecchiaia. Ma possono decidere anche prima e in qualsiasi momento di lasciare il lavoro sfruttando il diritto a Quota 104.

Riassumendo…

  • Dal 2024 il requisito per la pensione anticipata salirà di un anno (Quota 104).
  • Si andrà in pensione anticipata solo con 41 anni di contributi versati.
  • Coinvolti soprattutto i nati nel 1961 che hanno iniziato a lavorare nel 1983.