Una delle storture più del sistema pensionistico italiano sono le pensioni anticipate. Quelle concesse in passato tanto allegramente in cambio di voti al punto che pesano ancor oggi sul bilancio statale.

Dalle baby pensioni alle pensioni di anzianità, sono molte le leggi che hanno reso il sistema pensionistico italiano iniquo e ingiusto. Ma soprattutto, per consentire le uscite in giovane età sono state indebitate generazioni future.

Via dal lavoro con 8 anni di contributi

A sottolineare la gravità della situazione è Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali in un recente Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale Italiano.

Lo studio riguarda tutte le gestioni previdenziali, da quelle pubbliche a quelle private, dagli anni 60 ai giorni nostri.

Ne salta fuori un quadro allarmante al punto che viene spontaneo chiedersi con quale visione miope la classe politica di quei tempi ha potuto combinare tanti danni.

Lo scempio sulle pensioni che si è consumato a partire da 50 anni fa è sotto gli occhi di tutti, fa notare Brambilla.

“Schiere di lavoratori mandati in quiescenza in età giovani in seguito a norme che, tra il 1965 e il 1997, hanno permesso a lavoratrici statali sposate e con figli di andare in pensione dopo 14 anni 6 mesi e 1 giorno di servizio utile”.

Ma per gli altri il diritto alla pensione scattava con 19 anni, 6 mesi e 1 giorno di lavoro. Grazie al riscatto laurea, anche con soli 8 anni di contributi. Per i dipendenti degli enti locali, dopo 25 anni di lavoro. E questi sono solo i casi estremi. Le pensioni di anzianità fino al 1981 erano concesse al raggiungimento dei 50 anni.

In pensione da 40 anni

Questi errori del passato li stiamo pagando oggi. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e hanno portato nel 2012 al varo della riforma Fornero, quale ultimo atto di una correzione dei conti che ormai erano andati fuori controllo.

In 50 anni si è passati così da un estremo all’altro, dalle pensioni facili per tutti a quelle impossibili per molti.

Oggi sono ancora in pagamento 476 mila pensioni liquidate negli anni 80 con i vecchi criteri e in regime retributivo.

La cui durata media di queste pensioni è di 46 anni per il settore privato e 44 per quello pubblico. Quando, per essere sostenibile un sistema pensionistico non dovrebbe pagare le pensioni per più di 20-25 anni. Noi, invece, le stiamo pagando da 40 anni.