Il Durc sembra essere diventato documento di irregolarità contributiva. Il Parlamento intende estendere la validità del documento già rilasciato dall’Inps fino al 31 dicembre 2020.

Come noto, il decreto Cura Italia era già intervenuto concedendo alle aziende una proroga di validità fino a metà giugno dei Durc emessi fra il 31 gennaio e 31 aprile 2020. Ora, però, sembra che il Parlamento voglia estendere la validità dei documenti di regolarità contributiva fino al 31 dicembre 2020.

Validità Durc fino al 31 dicembre 2020?

Da fonti sindacali sembra che in commissione bilancio la Camera abbia stralciato l’art.

81 del decreto Rilancio in fase di conversione in legge che riguarda appunto i termini di validità dei Durc emessi dall’Inps prima del Lockdown e in scadenza durante il periodo della pandemia. Vero che l’emergenza sanitaria non è ancora terminata e che le aziende non hanno ancora ripreso a lavorare come prima (ci vorrà del tempo), ma se il governo ha intenzione di sbloccare al più presto i cantieri per rilanciare il l’economia del Paese, i Durc già rilasciato necessitano di aggiornamento. “Protrarre ulteriormente la validità del Durc sino al 31 Dicembre – dicono i sindacati – significa favorire aziende scorrette. Tale documento che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende, per Inail, Inps e Cassa Edile, è un ulteriore batosta sui diritti dei lavoratori. Cosi facendo si  mettono a rischio i ratei di ferie, permessi e di conseguenza gli scatti di anzianità, ed inoltre, le possibili prestazioni sanitarie e di conseguenza  anche i contributi ai fondi previdenziali”.

Un regalo alle imprese scorrette

E’ un regalo per caporali e imprese scorrette – proseguono i sindacati -. Le conseguenze del provvedimento sono paradossali e pericolose: un’impresa edile, infatti, risulta regolare e può lavorare fino a fine anno senza pagare i contributi Inps, Inail e gli accantonamenti in Cassa edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima). Può addirittura tenere i lavoratori in nero, ma partecipare ad appalti pubblici e beneficiare di incentivi. Un’azienda che nasce oggi, invece, potrebbe lavorare senza aver mai pagato un contributo e risultare regolare, al pari di chi invece fa impresa seriamente pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Altro che lotta al lavoro nero e all’illegalità”.

Cosa dice l’Inps

Al momento e in attesa della conversione in legge del decreto Rilancio, la validità dei Durc scaduti è fissata fino al 15 giugno 2020. Pertanto – precisa l’Inps – le aziende che sono in possesso di Durc con scadenza entro il 31 aprile 2020 sono da ritenersi in regola fino al 15 giugno 2020, anche in assenza di nuova certificazione rilasciata dall’Inps. Essendo tale termine scaduto, le aziende, al momento, devono richiedere un nuovo documento certificativo di regolarità all’Inps che aggiorni lo stato di regolarità dell’impresa e avrà validità per 120 giorni, tenuto conto della sospensione e dei ritardi dei versamenti contributivi previsti a causa dell’emergenza sanitaria che ha causato la sospensione delle attività lavorative.

Richiesta del Durc e valutazione di merito

Pertanto, se l’azienda deve fare richiesta di nuovo Durc, l’Inps, in deroga alle ordinarie norme, valuterà la situazione dell’azienda alla data del 31 agosto 2019. Ciò – spiega l’Inps – per garantire condizioni di uguaglianza tra soggetti che nello stesso periodo si trovano nelle medesime situazioni e a trattare i soggetti per i quali è richiesta la verifica della regolarità nel periodo dell’emergenza al pari di coloro che beneficiano del prolungamento di efficacia del Durc già rilasciato con esito regolare. Poiché le richieste di verifiche di regolarità riguardano i pagamenti scaduti fino all’ultimo giorno del secondo mese antecedente a quello in cui è effettuata la verifica, ne deriva che la data di verifica è il 31 agosto 2019 (i Durc scaduti al 31 gennaio 2020 sono quelli richiesti il 4 ottobre 2019, considerato il periodo di validità pari a 120 giorni dalla richiesta).