Per pagare le pensioni dei genitori, i figli dovranno lavorare fino a 71 anni. Non è una novità e non riguarda solo l’Italia, ma in particolare il nostro Paese, più indebitato degli altri e con un sistema pensioni fra i più iniqui e ingiusti del mondo.

Il problema deriva tutto dalla scarsa lungimiranza della classe politica del secolo scorso. Si pensava che il boom economico durasse all’infinito, la crescita demografica era alle stelle e circolavano soldi da tutte le parti.

Sprechi e inefficienza del sistema pensionistico

Si introdusse, quindi, nel 1969 il sistema a ripartizione. Sull’onda dell’entusiasmo, si passò da un sistema ove i contributi versati venivano messi in un fondo e investiti, ad uno nel quale i contributi versati venivano usati per pagare tute le pensioni.

Le pensioni, poi, da quel momento sarebbero state calcolate con metodo retributivo, cioè non in base ai contributi effettivamente versati, ma in base allo stipendio di fine carriera. Vera e propria dinamite per i conti dello Stato.

Infine, tra baby pensioni, sprechi e regalie, la spesa pensionistica andò alle stelle. Fino a quanto il governo Dini nel 1995 abolì il sistema a ripartizione per tornare a quello a capitalizzazione con ritorno al sistema contributivo. Ma non di colpo, come sarebbe dovuto avvenire, bensì a piccoli passi. Altra decisione sbagliata che ritardava il riequilibrio dei conti previdenziali.

Da lì in poi si sono susseguiti una infinita serie di provvedimenti legislativi per aggiustare il tiro. Fino alla riforma Fornero del 2012 (inevitabile). Aggirata, però, da altre leggi in deroga (come quota 100) che non hanno fatto altro che aggravare la situazione oggi.

In pensione a 71 anni dal 2054

E arriviamo ai giorni nostri, ai nostri figli e nipoti. Cioè a coloro che si sono appena immessi sul mercato del lavoro o che stanno per farlo. Per lo ro la pensione non arriverà prima dei 71 anni.

La legge Fornero, giusta o sbagliata che sia, ha messo un freno alla disastrata gestione dei conti pubblici dell’Italia.

Il problema è che il conto non lo pagherà chi ha sbagliato, ma chi viene dopo. Le regole Fornero prevedono infatti che l’età pensionabile aumenti col tempo essendo agganciata alla speranza di vita. Come avviene anche in altri Paesi.

In sintesi, si potrà andare in pensione di vecchiaia a 67 anni fino alla fine del 2024. La corsa al rialzo di tre mesi ogni due anni riprenderà nel 2025 per raggiungere il limite fissato dalla Legge a 68 anni nel 2031. Da lì in avanti gli incrementi, sempre legati alla speranza di vita, passeranno da 3 a 2 mesi ogni biennio fino al 2054 quando si andrà in pensione a 71 anni.