Le spese sostenute per l’assistenza e la cura di un anziano, possono essere portate in detrazione nel modello 730. Su questo nulla da eccepire, perché perfino alcuni costi della badante per esempio, tra detrazioni e deducibilità, producono il vantaggio di abbattere l’IRPEF da versare. E perfino la spesa sostenuta per una persona non autosufficiente ricoverata in una casa di cura o RSA che dir si voglia, può essere scaricata dal reddito. Lo ha confermato l’Agenzia delle Entrate rispondendo a dei quesiti sul sito FiscoOggi.

E questa cosa serve ad una nostra lettrice che ci chiedeva proprio spiegazioni da questo punto di vista.

“Gentile redazione, avrei una particolare domanda riguardo a una situazione di mia madre. Infatti da novembre 2022 è ricoverata in una casa di cura perché anziana e disabile. Le spese per la casa di cura tra vitto e alloggio sono piuttosto rilevanti. Allora volevo sapere se e come posso scaricare dal reddito queste spese. Naturalmente mi riferisco nell’immediato ai mesi di novembre e dicembre 2022, che devo riportare nel 730 di quest’anno.”

Genitore in una RSA? Ecco come recuperare una parte del costo della struttura nel 730

Ricapitolando, come detto in premessa, la nostra lettrice potrà sfruttare la detrazione per le spese per l’assistenza personale. Anche se la madre non ha la classica badante in casa e invece è ricoverata in una casa di cura. La conferma dell’Agenzia delle Entrate fuga ogni dubbio, anche se nella risposta al quesito prima citato, le Entrate spiegano come deve essere il documento di spesa. Ovvero la fattura della casa di cura. Scaricare il 19% del costo sostenuto per le spese per l’assistenza personale a persone non autosufficienti è la regola base per quanto concerne le case di cura dove vengono ricoverate persone non autosufficienti al posto delle cure domiciliari.

Occorre ricordare comunque che vige il limite massimo di spesa da poter inserire nella dichiarazione che non può eccedere la soglia di 2.100 euro.

Inoltre, il soggetto dichiarante che scarica questa spesa, non deve avere un reddito che supera i 40.000 euro. In altri termini, se la nostra lettrice rientra come soglia reddituale nei 40.000 euro, potrà scaricare il 19% di 2.100 euro, recuperando 399 euro. Se ha speso 3.000 euro per la casa di cura a novembre e dicembre 2022, nel 730/2023 dovrà riportare comunque 2.100 euro.

Niente detrazione per le spese di vitto e alloggio in RSA, perché sono valide solo le spese assistenziali

Per la procedura corretta, serve che la disabilità o la non autosufficienza del ricoverato presso una casa di cura, deve essere confermata da certificazione medica avente valore legale. In presenza di questa documentazione di una commissione medica riconosciuta dalle ASL, si scaricano quindi sia le spese per un assistente domiciliare della persona non autosufficiente (badante), che per l’eventuale ricovero presso una casa di cura.

L’unica cosa da tenere a mente però è che le spese di vitto e alloggio, cioè le spese residenziali, non possono essere scaricate. La casa di cura infatti deve emettere fattura con cui divide la spesa di un soggetto, in due componenti. Parliamo delle già citate componenti residenziali a cui aggiungere quelle assistenziali. Per esempio, se la nostra lettrice ha speso esattamente 2.100 euro come detrazione massima prevede, ma solo 1.500 per l’assistenza e 600 euro per vitto e alloggio, saranno 1.500 euro quelli da riportare in detrazione nel modello 730.