Pensioni di invalidità più pesanti a luglio. L’Inps ha disposto l’incremento extra di rivalutazione delle rendite minime a partire da gennaio 2023, come previsto dalla legge di bilancio. Interessati, fra gli altri, sono anche i percettori di assegni ordinari di invalidità, cioè quelli liquidati sulla base della contribuzione versata.

Si tratta di un aumento aggiuntivo alla rivalutazione già effettuata quest’anno (+7,3%) per coloro che percepiscono un assegno non superiore a 563,74 euro al mese (pensione minima). L’incremento sarà corrisposto con il pagamento del settimo rateo pensione di quest’anno, a luglio, insieme agli arretrati spettanti dal mese di gennaio.

Ma vediamo in dettaglio quanto spetta in totale e cosa c’è da sapere.

A luglio aumentano ancora gli assegni di invalidità

Come detto, la misura dell’aumento interessa i pensionati che percepiscono la pensione minima. Molti sono anche invalidi civili ai quali è riconosciuto, in via provvisoria o definitiva, l’assegno ordinario di invalidità dall’Inps. Così si chiama fino al compimento dei 67 anni di età, poi diventa pensione a tutti gli effetti.

L’incremento per i titolari di questa prestazione ammonta quindi a 1,50% in più. Pertanto si passa da 563,74 a 572,20 euro al mese. Un aumento di 8,46 euro al mese fino alla fine dell’anno. Ma a luglio saranno accreditati 59,22 euro in tutto, tenuto conto degli arretrati a partire da gennaio. Per chi ha superato i 75 anni di età, l’aumento è di 6,40% al mese, cioè 36 euro al mese. In questo caso, però, si parla di pensione e non di assegno ordinario di invalidità.

Come spiega meglio la circolare Inps n. 35 del 3 aprile 2023, la pensione minima per gli under 75 passa da 563,74 a 572,74 euro (aumento di 8,46 euro mensili). Mentre quella per gli over 75 passa da 563,74 a 599,82 euro (aumento di 36,08 euro mensili). Raggiunge così la soglia dei 600 euro al mese per la prima volta.

Importo massimo aggiornato

Qualora l’importo in pagamento dovesse risultare superiore a quello del trattamento minimo (563,74 euro) ma inferiore all’importo maggiorato (572,74 euro per gli under 75, 599,82 euro per gli over 75) l’incremento è egualmente riconosciuto, ma solo fino a concorrenza del predetto limite superiore.

Ad esempio, un pensionato di 80 anni che percepisce una pensione di 560 euro al mese avrà comunque diritto a un aumento fino al limite massimo di 599,82 euro al mese. Lo stesso dicasi per un invalido di 60 anni che percepisce l’assegno ordinario. Il tetto massimo previsto è fissato a 572,74 euro al mese.

Assegno ordinario di invalidità e pensione

Ricordiamo che l’assegno ordinario di invalidità è una prestazione temporanea e non una vera e propria pensione. E’ concesso in presenza di determinati requisiti sanitari e amministrativi. I primi devono evidenziare una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo, accertata da una commissione medico-legale. Per quanto riguarda i secondi, bisogna possedere almeno 260 contributi settimanali (5 anni) di cui 156 (3 anni) maturati nei cinque anni che precedono la presentazione della domanda.

La prestazione spetta fino al compimento dei 67 anni di età, poi si trasforma in pensione. Ma nella sostanza non cambia nulla, l’importo è sarà sempre quello in godimento. L’importo dell’assegno è determinato in base alla contribuzione versata ed è integrabile al trattamento minimo.

Riassumendo…

  • La pensione di invalidità aumenta a luglio del 1,5% per gli under 75.
  • Sono corrisposti anche gli arretrati a partire da gennaio 2023.
  • L’incremento spetta solo per coloro che percepiscono fino a 563,74 euro al mese.
  • Per chi ha più di 75 anni l’aumento è del 6,4%.
  • L’assegno ordinario di invalidità diventa pensione a 67 anni