Una patrimoniale per riformare il fisco. Ma non solo, anche per riequilibrare il bilancio pubblico ormai previsto andare fuori controllo nei prossimi anni.

Ben vengano gli aiuti europei, il ricorso al MES, ma quando tutto tornerà alla normalità, sul tappeto resteranno i problemi di sempre e cioè la capacità del nostro Paese di restare al passo degli altri stati europei e tornare a livelli produttivi del passato.

Serve una profonda riforma del sistema fiscale

Tradotto, con il complesso sistema fiscale e altamente burocratizzato, sarà difficile riuscire a recuperare quanto perso con la crisi economica scatenata dalla pandemia.

E’ un fatto che l’Italia (insieme alla Grecia) accuserà il colpo più pensate in Europa in termini di contrazione di Pil, ma è altrettanto vero che serve una profonda riforma del sistema fiscale che parta dall’Irpef e che torni ad attirare capitali in Italia. A sottolinearlo è anche il ministro degli Esteri Luigi di Maio in un’intervista: “non abbiamo promesso soldi a pioggia e farlo sarebbe un errore. Abbiamo tolto l’Irap nel mese di giugno, l’Imu per gli immobili turistici e poi la Tosap. Non mi sembrano soldi a pioggia. Certo, è arrivato il momento di attivare strumenti di decontribuzione per le imprese. Vanno incentivati gli imprenditori. Il patto per l’export firmato alla Farnesina ha questo scopo. Bisogna ascoltare il mondo che produce perché è quello che dà lavoro“, aggiunge Di Maio sottolineando che “per esempio si potrebbe spingere sulla semplificazione del codice degli appalti. Ci sono moltissimi imprenditori pronti ad assumere e a riaprire i cantieri. Li aiuteremo“.

La tassa patrimoniale

Per attuare i buoni propositi però servono risorse immediate. Serve fare cassa e anche in fretta per permettere alo stato più aggio nella manovra di defiscalizzazione a privati e imprese, altrimenti si rischia di creare ulteriore debito pubblico. La soluzione è una patrimoniale sulle grandi ricchezze, come invocato anche dall’Ing. Carlo De Benedetti.

Un prelievo forzoso che potrebbe essere abbinato anche a un contributo di solidarietà da parte di chi ha redditi superiori a 80.000 euro all’anno, come precedentemente proposto da Graziano Del Rio (PD) in occasione della conversione in legge del decreto Cura Italia. Ma anche l’introduzione dell’IMU sulla prima casa, con aliquote più leggere rispetto al passato e rispetto alle seconde case, con esenzione per i proprietari che vantano requisiti reddituali bassi (Isee).

Baretta, anche la riduzione dell’Iva nei piani del governo

Non solo taglio dell’Irpef, ma anche l’Iva va rimodulata. “Oggi l’Iva andrebbe affrontata in maniera settoriale, e non è detto che immediatamente abbia un effetto su consumi che in questo momento sono ridotti“. A dichiaralo è il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta in una recente intervista rispondendo a chi aveva dei dubbi sulla fattibilità dell’operazione che vale decine di miliardi di euro. “Si può anche ragionare all’interno della visione della riforma fiscale – ha proseguito . Quando discutemmo, prima della legge di bilancio dell’anno scorso, ci fu un lancio da parte nostra di una discussione proprio dell’Iva. Adesso parliamo di ridurla per necessità urgente, ma ricordiamo che l’Europa ci chiedeva di aumentarla, e noi abbiamo azzerato le clausole di salvaguardia, quindi già abbiamo fatto un’operazione sull’Iva. A questo punto anche la discussione su un’eventuale abbassamento incrocia un dibattito anche con la Commissione europea. Quindi credo sia una discussione aperta, non una questione sconfitta/vittoria“.