Cresce il credito d’imposta per spese di sanificazione. Il bonus per gli imprenditori, previsto dal decreto Cura Italia nella misura del 50% della spesa, sale al 60% con le disposizioni del decreto Rilancio.

Aziende, imprese, ristoranti, parrucchieri, artigiani, commercianti, ecc. potranno quindi detrarre dall’irpef rinvenente dal reddito d’impresa buona parte delle spese sostenute per sanificare e mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Dall’acquisto delle mascherine fino ai termo scanner, tutto sarà detraibile.

Credito d’imposta fino a 60.000 euro

Un incentivo resosi necessario dal perdurare dell’emergenza sanitaria e per mettere in sicurezza il più possibile gli ambienti di lavoro dopo la riapertura delle attività.

All’inizio il credito d’imposta era stato stanziato, con il decreto Cura Italia, per un importo massimo di 20.000 euro, ma poi, a seguito delle pressioni da parte del mondo imprenditoriale, è stato innalzato fino a 60.000 euro per tutto il 2020. Tale credito d’imposta è utilizzabile, nella misura del 60%, nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno relativamente al periodo d’imposta di sostenimento della spesa e in compensazione per le imposte da versare. Coloro che lo utilizzeranno, poi, non intaccheranno il plafond massimo alle compensazioni che il decreto Rilancio ha elevato fino a un milione di euro.

Spese consentite per la sanificazione

Le spese consentite per beneficiare del credito d’imposta sono diverse, ma rientranti tutte nella fattispecie della sanificazione degli ambienti di lavoro. Esse, come previsto dalla normativa, sono:

  1. la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e istituzionale;
  2. la sanificazione degli strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività;
  3. l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, come: mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea;
  4. l’acquisto di prodotti detergenti e disinfettanti;
  5. l’acquisto di dispositivi di sicurezza diversi da quelli di cui alla lettera c) quali termometri, termoscanner, tappeti e vaschette decontaminanti e igienizzanti, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea e incluse le eventuali spese di installazione;
  6. l’acquisto di dispostivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale, quali barriere e pannelli protettivi, ivi incluse le eventuali spese di installazione.

Come usare il credito d’imposta

Il Decreto Rilancio spiega anche come utilizzare il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi e quali modalità seguire. Esso potrà essere utilizzato in compensazione nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2020, ma vi è anche la possibilità di optare per la cessione diretta del credito d’imposta al locatore o al concedente o ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari. Tale credito non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. A breve l’Agenzia delle Entrate stabilirà i criteri e le modalità di fruizione del credito d’imposta, nel rispetto del limite di spesa stanziato pari a euro 200 milioni di euro.