La Cgia di Mestre lancia l’allarme sui conti degli italiani dopo la pandemia Covid: in media ogni cittadino ha perso 2.500 euro.

È questa la stima media di quello che effettivamente mancherà nelle tasche degli italiani alla fine del 2020 a causa della pandemia.

Si tratta di una stima basata su dati reali raccolti dalla Cgia di Mestre, che monitora attentamente la situazione economica in Italia.

Indagine Cgia: è allarme perdite a causa della pandemia Covid

Se in media ogni italiano subirà una perdita di circa 2.500 euro all’anno (esattamente di 2.484 euro) ci sono casi in cui la perdita subita potrebbe raggiungere i 5.575 euro a Milano e di 4.058 euro a Bolzano.

Anche nel capoluogo toscano si prevede una perdita di 3.456 euro e a Bologna di 3.603 euro.

In termini di ricchezza rapportata al PIL l’Italia tornerà indietro di trenta anni: si pensi che Campania, Molise e Calabria torneranno allo stesso livello di PIL reale del 1988.

Si tratta di stime aggiornate al 13 ottobre scorso, quindi senza tenere conto delle ulteriori restrizioni in vigore dal 6 novembre 2020.

CGIA, preoccupa il crollo del PIL nazionale: si stima una riduzione del 10%

Secondo l’indagine CGIA preoccupa il calo del PIL nazionale che potrebbe subire una riduzione del 10%, un punto percentuale in più rispetto alle previsioni dell’Esecutivo.

“Per dare l’idea della dimensione della contrazione, è come se il Veneto fosse stato in lockdown per tutto l’anno”,

sottolinea Paolo Zabeo, il coordinatore dell’Ufficio studi di CGIA.

La situazione economica nazionale è molto grave, specie se compariamo l’attuale scenario economico con quanto si è verificato durante agli esordi dell’annus horribilis del 2009.

Nel 2009 il PIL subì un calo del 5,5 per cento e il tasso di disoccupazione passò dal 6 al 12% in 24 mesi.

Secondo le stime della CGIA di Mestre il PIL subirà un crollo di dieci punti percentuali: si tratta di un crollo quasi doppio rispetto a quello registrato undici anni fa.

Una caduta del genere avrà delle ricadute economiche rilevanti anche sul mercato occupazionale.

Crisi Covid: è allarme sul fronte del mercato occupazionale

Dal punto di vista del mercato occupazionale si prevede nei prossimi mesi un picco negativo, nonostante il blocco dei licenziamenti.

Il Meridione italiano subirà i maggiori contraccolpi sul versante occupazionale: Calabria (-5,1%), Campania (-3,5%) e Sicilia (-2,9%).

Solo il Friuli-Venezia Giulia, secondo le stime della CGIA di Mestre, subirà un timido incremento dello 0,2%.