Come va considerato il valore della retribuzione  da attribuire ai contributi figurativi ai fini pensionistici?

Questo pensiero assilla maggiormente i lavoratori dipendenti iscritti all’assicurazione generale obbligatoria poichè gli ex Inpdap gli eventi che danno luogo ai contributi figurativi spesso vengono versati come contributi previdenziali direttamente dai datori di lavoro.

Calcolo valore contributi figurativi: la regola generale

La regola generale prevede che il valore retributivo da assegnare ai periodi riconosciuti figurativamente  deve essere determinato in base alla retribuzione media sulle retribuzioni settimanali percepite in costanza di lavoro nell’anno solare in cui si collocano i periodi coperti da contributi figurativi.

A stabilire la regola generale è l’articolo 8 della legge numero 155 del 1981.

Nel caso nell’anno solare non risultino retribuzioni effettive la retibuzioni cui fare riferimento è quella percepita nell’anno solare precedente.

Per quanto riguarda, invece, i periodi di contributi figurativi precedenti all’iscrizione all’assicurazione generale, come ad esempio il servizio militare o la maternità extra rapporto di lavoro, il valore da attribuire ai contributi figurativi si baserà alla contribuzione percepita nel primo anno solare di inizio dell’assicurazione.

Il valore da attribuire per ogni settimana di contributi figurativi è pari all’importo della normale retribuzione costituita da tutti gli elementi retributivi ricorrenti e continuativi che sarebbe spettata al lavoratore per quel periodo, anche chiamata retribuzione teorica.

Qualora il valore medio della retribuzione figurativa risulti inferiore al minimale contributivo settimanale fissato di anno in anno dall’Inps, le settimane riconoscibili vengono ridotte proporzionalmente così come stabilito dalla legge 638 del 1983.