Sta per concludersi il 2022 e con esso gli appuntamenti del fisco. L’ultima odiosa tappa per i contribuenti riguarda l’imposta di bollo sui conti correnti che colpisce milioni di risparmiatori. Scatterà il 31 dicembre 2022 su ogni conto corrente attivo.

Più precisamente, l’imposta di bollo grava su tutti i conti correnti italiani e i libretti di risparmio. Sia privati che aziendali. L’imposta risale al 1972, introdotta col D.P.R. n. 642, ed è stata poi modificata col tempo, ma mai abolita nonostante le proteste dei consumatori.

Imposta di bollo sul conto corrente

Ma a quanto ammonta questa gabella? Molti la conoscono, ma non sanno esattamente il valore dell’imposta di bollo. La risposta è semplice: per le persone fisiche l’imposta è di 34,20 euro all’anno, mentre per le aziende è di 100,00 euro.

L’imposta di bollo sul conto corrente bancario o postale è quindi una tassa fissa e non dipende da quanti soldi si tengono depositati o si movimentano ogni anno sul conto. Si paga per il solo fatto di possedere un conto corrente o un libretto di risparmio e di tenervi depositato del denaro, tanto per spese e incassi correnti, quanto per frequenti e cospicue movimentazioni.

Unica eccezione è rappresentata dal limite di giacenza media mensile inferiore a 5.000 euro. Cioè, se il privato cittadino durante l’anno mantiene una giacenza media di denaro inferiore a tale soglia, è esentato dal pagamento dell’imposta di bollo.

Esentati sono anche coloro che possiedono un Isee inferiore a 7.500 euro all’anno. A tal fine è però necessario produrre presso il proprio istituto di credito o in Posta la certificazione rilasciata dall’Inps che attesti il limite dei 7.500 euro affinché l’intermediario, che agisce come sostituto d’imposta, non trattenga l’importo annuale di euro 34,20. Questa misura è applicabile solo per le persone fisiche e non per quelle giuridiche

Quando e quanto si paga

L’imposta di bollo è corrisposta, per legge, sulla scorta dell’invio della comunicazione che per molti intermediari finanziari avviene con cadenza trimestrale, semestrale o annuale su estratti conto, rendiconti dei libretti di risparmio, comunicazioni periodiche di prodotti finanziari.

Per cui la tassa da 34,20 euro o da 100 euro, nel caso di aziende e condomini, è frazionata di conseguenza. Questo perché la normativa impone che l’imposta debba essere pagata in concomitanza con l’invio dell’estratto conto. Più precisamente,

“l’estratto conto o il rendiconto si considerano in ogni caso inviati almeno una volta nel corso dell’anno anche quando non sussiste un obbligo di invio o di redazione. Se gli estratti conto sono inviati periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta è rapportata al periodo rendicontato”.