I sindacati sono preoccupati perché quota 102 è un trappolone per topi. La fine di quota 100 obbliga il governo a varare una riforma per evitare lo scalone Fornero (pensione a 67 anni) e quota 102 dovrebbe rappresentare una soluzione a metà strada.

Solo in teroria. Dal prossimo anni si andrà in pensione a 64 anni di età con 38 di contributi e tutto sembra disegnato per ammorbidire il salto verso i requisiti per la pensione di vecchiaia. Ma di fatto non è così.

Chi va in pensione con quota 102

Ma in cosa consiste esattamente quota 102? Nel dettaglio e salvo accorgimenti dell’ultima ora, il requisito anagrafico salirà di due anni rispetto ai 62 previsti per quota 100.

Mentre quello contributivo resterà fermo a 38 anni. Niente flessibilità.

Per i lavoratori che non hanno compiuto i 62 anni quest’anno, quindi, la pensione nel 2022 scatterà solo al raggiungimento dei 64 anni. Cosa, impossibile per molti, perché la nuova quota avrà durata limitata di 12 mesi.

Per cui a beneficiare di quota 102 saranno solo i lavoratori che durante il prossimo anno matureranno i 38 anni di contributi non raggiunti nel 2021 con quota 100. Da questo punto di vista, Quota 102 è uno specchietto per le allodole.

Come osservano i sindacati, pochi lavoratori potranno accedervi perché il nuovo meccanismo taglia fuori tre quarti dei potenziali aventi diritto con quota 100. Il problema è dato dal fatto che bisogna centrare entrambi i requisiti in un ristretto arco temporale.

Ape Sociale estesa, ma solo per pochi

Anche Ape Sociale estesa a più lavoratori gravosi rischia di non soddisfare le esigenze dei lavoratori. Al momento, la regola prevede che vi si possa accedere a 63 anni di età con almeno 36 anni di contributi versati.

La Commissione governativa incaricata di stilare un nuovo elenco di lavori gravosi ha individuato complessivamente 92 mansioni stilandole in un elenco ordinato per importanza. Sarà però il Parlamento a decidere chi e quanto sia meritevole di maggior tutela previdenziale.

Ma è chiaro sin da subito che non tutte le mansioni saranno ricomprese nella Ape Sociale allargata. Molti resteranno tagliati fuori per ragioni di bilancio. In ogni caso, se non si interverrà sulla leva della anzianità contributiva, anche Ape Sociale appare una via stretta per lasciare il lavoro in anticipo rispetto a quota 100.