Andare in pensione anticipata con quota 100 nel 2022 non è più possibile. L’opzione è terminata e al suo posto è stata introdotta quota 102, ma solo per un breve periodo: 12 mesi.

Cosa che restringe molto le possibilità per i lavoratori di accedere alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti ordinari previsti dalle regole Fornero (in pensione a 67 anni).

Quota 102, pensione anticipata solo per pochi

Per accedere a quota 102 occorre compiere i 64 anni entro il 31 dicembre 2022 e contestualmente aver maturato almeno 38 anni di anzianità contributiva.

Una via abbastanza stretta.  A beneficiare di quota 102 sarà infatti una ristretta platea di lavoratori. 16.800 secondo le stime del governo e che riguardano sostanzialmente in nati nel 1956, 1957, 1958.

Chi non vi rientra come potrà fare? Le vie del pensionamento ancora disponibili nel 2022 sono due. Ape Sociale e Opzione Donna. Entrambe sono state prorogate fino al 31 dicembre 2022. Ape Sociale non è una vera e propria pensione, ma un anticipo pensionistico, uno scivolo pubblico che consente di avvicinarsi alla pensione.

E’ riservato a lavoratori che versano in particolari situazioni di disagio e difficoltà sociali. Come i disoccupati, gli invalidi, i caregiver e i lavoratori addetti ad attività usuranti.

Per accedere ad Ape Sociale servono 63 anni di età e almeno 30 di contributi maturati nel corso del 2022. Per i lavoratori gravosi, 63 anni e 36 di contributi, ad eccezione degli operai edili e dei ceramisti per i quali bastano 32 anni di lavoro.

Opzione donna

Anche Opzione Donna è prorogata di un anno. Ovviamente si tratta di una possibilità in più di lasciare il lavoro prima del tempo riservata solo alle lavoratrici. Si tratta però di una forma di pre pensionamento poco conveniente.

Le lavoratrici possono infatti andare in pensione nel 2022 al raggiungimento di 58 anni di età (59 per le autonome) con almeno 35 anni di contributi versati. Ma accettando un taglio all’assegno.

Il sistema di calcolo della pensione è infatti penalizzante perché si è costretti ad accettare la liquidazione della pensione solo col sistema contributivo.

Tutti i contributi versati prima del 1996, di fatto, vengono “migrati” dal sistema retributivo (più vantaggioso) a quello contributivo.

La pensione subisce così una riduzione significativa rispetto a una ipotetica liquidazione con il sistema misto.