Anche i disoccupati a causa del Covid possono accedere ad Ape Sociale. Lo conferma l’Inps con una recente nota (messaggio n. 4192 del 24 novembre 2024) con la quale si ribadisce il diritto all’anticipo pensionistico per i lavoratori licenziati. La perdita del lavoro involontaria è, infatti, fra i requisiti fondamentali per fare domanda di pensione con Ape Sociale.

Lo stato di disoccupazione, più precisamente, come recita la normativa a riguardo rientra fra i requisiti necessari per chiedere la tutela previdenziale Inps. Rientrano in questa casistica anche i lavoratori disoccupati che hanno risolto il rapporto di lavoro in seguito all’accordo consensuale a causa dell’emergenza Covid.

Ape Sociale anche per disoccupati a causa del Covid

Nel messaggio, l’Inps spiega che la risoluzione del rapporto di lavoro in seguito all’accordo consensuale rientra tra le ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro. Requisito utile per il riconoscimento dell’indennità di Ape Sociale, ma anche per la pensione anticipata dei lavoratori precoci con 41 anni di contributi. Più precisamente, si legge nel messaggio Inps:

“le domande di riconoscimento delle condizioni per l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci e all’indennità di Ape sociale di nuova presentazione, nonché quelle pendenti, devono essere esaminate dalle strutture territoriali Inps sulla base delle indicazioni fornite nel presente messaggio”.

Fra gli altri requisiti per poter accedere ad Ape Sociale per disoccupati servono almeno 63 anni di età (dal 2024 il limite salirà a 63 anni e 5 mesi per effetto delle modifiche introdotte con la legge di bilancio), oltre ad almeno 30 anni di contributi. Per le donne è previsto uno sconto fino a 2 anni in presenza di figli, il requisito contributivo non è uguale per tutti.

Importo e durata della pensione con Ape Sociale per disoccupati

L’indennità erogata dall’Inps a seguito di domanda dell’interessato è corrisposta fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia (67 anni).

Ape Sociale non è infatti una pensione vera e propria, ma una prestazione di natura non pensionistica calcolata sulla base dei contributi versati dal lavoratore. E’ temporanea e può essere sospesa in casi particolari, come il reimpiego del lavoratore o se si supera una determinata soglia di reddito da lavoro autonomo non cumulabile con Ape Sociale.

L’indennità decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda ed è calcolata sulla base della contribuzione versata e dell’anzianità del richiedente. In pratica è come se fosse liquidata la pensione. L’assegno è corrisposto mensilmente, ma senza tredicesima, e ha un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. L’importo non è rivalutabile, né integrabile al trattamento minimo di pensione. Nemmeno sono riconosciuti contributi figurativi durante il periodo di godimento di Ape Sociale a valere sulla futura pensione.

Come presentare domanda all’Inps

La domanda per l’Ape Sociale deve essere presentata all’Inps entro il 31 marzo di ciascun anno. Ma si può fare anche successivamente, entro il 15 luglio ed entro il 30 novembre nell’ambito delle disponibilità economiche stanziate presso l’Inps. Per presentare la domanda, è necessario compilare il modulo SR41, disponibile sul sito dell’Inps. Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti:

  • Copia del documento d’identità e del codice fiscale;
  • Certificato di disoccupazione rilasciato dal Centro Impiego;
  • Modello SR41 compilato e firmato;
  • Certificato di contribuzione rilasciato dall’Inps.

L’Inps, una volta ricevuta la domanda, verifica i requisiti di accesso e, in caso positivo, concede l’Ape Sociale entro i 90 giorni successivi.

Riassumendo…

  • Anche i disoccupati che hanno cessato il lavoro a causa del Covid possono accedere ad Ape Sociale.
  • Necessario lo stato di disoccupazione rilasciato dal Centro Impiego.
  • Fra gli altri requisiti, servono 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi.
  • Importo massimo erogabile: 1.500 euro al mese fino all’età della pensione a 67 anni.