La pensione di vecchiaia, come tutte le prestazioni pensionistiche, è erogata a richiesta dell’interessato. Cioè non scatta in automatico e l’Inps la corrisponde solo dal momento in cui si presenta domanda.

I lavoratori lo sanno bene e presentano la richiesta anzitempo, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa. Cioè 67 anni di età e almeno 20 di contributi versati. La liquidazione della pensione avviene con il sistema misto se il lavoratore ha contributi versati prima del 1996.

Pensione di vecchiaia e Ape Sociale

Più nello specifico, la pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di perfezionamento di tutti requisiti richiesti.

Ovvero, su richiesta dell’interessato, dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Chi percepisce Ape Sociale, però, deve prestare molta attenzione al requisito anagrafico. Come noto l’anticipo pensionistico non è una vera e propria pensione, ma una indennità economica erogata dall’Inps temporaneamente. Cioè fino al raggiungimento dei 67 anni di età.

Da quel momento in poi, il pagamento della prestazione cessa in automatico poiché subentra la pensione di vecchiaia. Ma, come detto, il procedimento non è automatico e deve essere completato dall’interessato presentando direttamente o tramite patronati apposita richiesta online all’Inps.

In difetto il pagamento di Ape Sociale termina senza che l’Inps comunichi la fine della prestazione. Quindi deve essere l’interessato a ricordarsi di inoltrare la richiesta. Per chi compie i 67 anni, ad esempio, a dicembre, è bene che si muova per tempo per non perdere la continuità dell’erogazione della pensione a partire da gennaio 2023.

Importi e pagamenti

A differenza di Ape Sociale, la pensione di vecchiaia è corrisposta per 13 mensilità (anche 14 se sorge il diritto). Mentre l’anticipo pensionistico è riconosciuto solo per 12 volte all’anno con limite di 1.500 euro lordi al mese. Cosa significa questo?

Vuol dire che chi ha maturato requisiti per ottenere una pensione più alta di 1.500 euro al mese, con la fine di Ape Sociale prenderà di più.

In pratica l’Inps liquida la prestazione sulla base dei contributi versati e in riferimento al coefficiente di trasformazione del montante contributivo di 67 anni senza più il vincolo del tetto massimo della prestazione.

Ape Sociale è infatti penalizzante per chi ha diritto a una pensione più alta di 1.500 euro al mese ma decide di anticipare l’uscita a 63 anni di età. Inoltre è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente per ottenerla. E non è possibile, infine, conseguire altri redditi dal lavoro durante il godimento della prestazione.