Alla fine l’incontro si è svolto, dopo lo stop alla cessione del credito, il Governo ha incontrato i rappresentanti dei diversi attori coinvolti nel sistema detrazioni edilizie e cessione del credito: Abi, Cdp e Sace,  Ance, Confindustria, Cna, Confedilizia, ecc. Il Governo ha dato fin da subito disponibilità a trovare una soluzione soprattutto per i crediti incagliati ossia quei crediti che le imprese hanno nel portafoglio ma che stanno facendo grossa difficoltà a smaltire visto che le banche a stento accettano nuove pratiche di cessione.

Inoltre, l’attenzione è stata rivolta anche ai c.d. incapienti e a coloro i quali,  in virtù del regime fiscale in cui operano, non possono sfruttare i bonus edilizi. Visto che l’unico modo per usufruirne era attraverso le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura. Il problema era stato da noi evidenziato già nel nostro approfondimento Forfettari. Addio al superbonus e agli altri bonus edilizi.

Vediamo nello specifico quali sono le soluzioni accordate dal Governo.

Lo stop alla cessione del credito

Con il DL n°11/2023,  il Governo ha bloccato cessione del credito e lo sconto in fattura; le opzioni che, in alternativa alla detrazione diretta della spesa in dichiarazione dei redditi, permettono al contribuente di ristrutturare la propria casa senza spendere un euro (sconto in fattura) ovvero anticipare i soldi per poi recuperarli con la cessione del credito pari alla detrazione spettante.

Il sistema si è inceppato, le banche che dovevano fare da volano per il funzionamento del sistema, acquisendo i crediti dalle imprese e dai contribuenti, da alcuni mesi hanno deciso di disimpegnarsi; non accettano più nuove pratiche di cessione, le poche cessioni portate a termine negli ultimi mesi, si sono perfezionate a condizioni molto svantaggiose per i contribuenti e le imprese. Di conseguenza il mercato della cessione del credito è andato in blocco.

Le imprese hanno carenza di liquidità e non riescono a prendere nuovi lavori e in alcuni casi a portare a termine quelli già avviati.

Dunque, le parti interessate, imprese, contribuenti ma anche le banche si aspettavano una soluzione che potesse portare alla ripresa del mercato. In tal senso sembrava andare l’ultimo intervento del DL 176/2022, decreto Aiuti-quater che ha portato il numero di cessioni ammissibili da 4 a 5.

Tuttavia, al contrario di quanto ci si aspettava è arrivata la doccia fredda.

Il Governo ha detto stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura.

L’incontro Governo-Imprese. La priorità sono i crediti incagliati

Da subito, c’ è stata l’immediata protesta dei sindacati e dei maggiori attori coinvolti nel sistema 110 e altri bonus edilizi. Il Governo sin da subito ha dimostrato la sua disponibilità a un confronto, soprattutto con le imprese.

Si è arrivati così all’incontro di ieri. Presenti alcuni rappresentati del Governo e i rappresentanti dei diversi attori coinvolti nel sistema detrazioni edilizie: Abi, Cdp e Sace,  Ance, Confindustria, Cna, Confedilizia, ecc.

Il problema principale di cui si è discusso sono i crediti incagliati che ammontano a circa 19 miliardi.

Qui un ruolo fondamentale lo avranno ancora una volta le banche; infatti, il Governo sembrerebbe intenzionato a consentire l’utilizzo dei crediti della compensazione in F24 presentato agli sportelli bancari.

Inoltre, è stata discussa anche la possibilità di consentire agli incapienti ossia coloro i quali che non hanno un’imposta irpef da pagare sul quale far valere la detrazione fiscale, di continuare a beneficiare dello sconto in fattura e della cessione del credito. Per tali soggetti, a oggi, lo stop a tali opzioni significa dire addio a tutte le detrazioni fiscali previste dalla legge.