Doccia gelata per quanti avevano deciso di sfruttare il Superbonus per ristrutturare casa nel corso del 2023. Se i lavori non sono partiti ancora, cioè per i nuovi progetti di ristrutturazione della casa da parte dei contribuenti, cambia tutto. Il Governo Meloni con un decreto di colpo ha ridotto le opzioni per i contribuenti, lasciati di fatto senza scelta. E per qualcuno, anche senza la possibilità di godere delle agevolazioni. Perché esiste una parte notevole di contribuenti che rientra tra i cosiddetti incapienti che non può godere di una agevolazione che resta ancorata a uno sconto fiscale sulle tasse da versare.

In altri termini non è una misura che offre un fondo perduto o soldi liquidi da incassare per poi avviare i lavori. Autentici crediti di imposta, con il problema incapienza che è stato detonato proprio dallo sconto in fattura e dalla cessione del credito, che sono le due cose che il Governo adesso stoppa.

Il chiarimento chiesto dal nostro lettore

“Buongiorno, vi scrivo perché ho bisogno di un chiarimento urgente e immediato. Stamattina ho appreso la notizia che il Governo ha bloccato il Superbonus per quanto concerne sconto in fattura e cessione del credito. Io sono un contribuente che aveva intenzione di avviare i lavori già a marzo, dopo aver fatto praticamente tutto con i tecnici. Ho trovato anche l’impresa edile con cui mi sono pure impegnato. Ma non ho IRPEF a sufficienza per sfruttare il Bonus con le mie dichiarazioni dei redditi. Come faccio adesso? Conoscete una alternativa che magari non ho considerato? Oppure se dimostro che ho iniziato i lavori posso ancora godere della versione originaria del Superbonus?”

Superbonus addio: stop cessione crediti e sconti in fattura

E alla fine, come un fulmine a ciel sereno, con un decreto lampo e soprattutto immediatamente eseguibile, il Governo Meloni ha deciso per lo stop a tutte le cessioni dei crediti di tutti i bonus fiscali.

E, di conseguenza, dentro ci finisce anche la più importante misura di questo tipo, o almeno quella più utilizzata e cioè il Superbonus. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, ciò che contiene è automaticamente vigente. Una iniziativa che il Governo ha introdotto per mettere la parola fine alle polemiche sul Superbonus, accusato da molti di aver fatto schizzare enormemente il costo delle ristrutturazioni edilizie e di aver creato confusione in materia di crediti fiscali e lavori di ristrutturazione. Viene messa la pietra tombale su quanto previsto dal decreto Rilancio che con il Superbonus aveva avviato un processo di rilancio del settore. Estendendo la possibilità a tutti i contribuenti, anche gli incapienti.

Depotenziata nettamente la misura

Al netto di chi ha già avviato i lavori, per quelli che avevano intenzione di farli partire adesso, cambia tutto. La salvaguardia per chi aveva già avviato i lavori è comunque una cosa positiva. ma non lo è per il nostro lettore. Lo stop del Governo finisce con il riguardare, come si legge sul “Sole 24 Ore”, anche tutte le “operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici”. Un divieto, quindi, che vale per le già citate Regioni, e anche per Comuni e Province. Il settore edilizio rischia di ripiombare in crisi, dopo l’evidente ossigeno avuto dal Superbonus. Inoltre, servirà pazienza per capire cosa accadrà adesso. Perché a parte le questioni di incapienza, che diventano di fatto situazioni di forte penalizzazione e discriminazione per i contribuenti, serviranno le risposte degli addetti a chiarire alcuni dubbi.

E per le CILA già presentate?

Di fatto per chi ha già avviato i lavori in data antecedente il 17 febbraio, nulla cambia o quasi (le regole sulla responsabilità e su colpa o dolo sono argomento da approfondire).

Chi non li ha ancora avviati, o era fermo solo al progetto di sistemare casa, o si accontenterà di scaricare il Bonus nel 730 e per 10 anni consecutivi, oppure dovrà abbandonare il progetto. Diverso il caso di chi magari aveva già avviato le procedure. Come pare ci dica il nostro lettore. Se la CILA era stata già presentata e vidimata prima di oggi, cambia qualcosa? Parliamo naturalmente di soggetti che avevano già trovato intesa con l’impresa o la banca, o con entrambe, per la cessione del credito, ma con lavori non ancora avviati. Tutte cose che devono essere chiarite dopo l’entrata in vigore di un decreto “fast” come è stato questo appena varato dal Governo.