L’esempio della Regione Basilicata potrebbe, a breve, diventare un punto di partenza per le altre amministrazioni territoriali del nostro Paese. Quelle che i vari avvicendamenti normativi sul Superbonus avevano lasciato indietro e che, nell’immediato futuro, potrebbero ritrovarsi quasi nel ruolo di salvatrici.

Il 18 settembre scorso, infatti, il Consiglio dei ministri ha preso la decisione di non impugnare la legge n. 20 proposta dall’amministrazione lucana e di lasciarla fare per quel che riguarda l’acquisizione indiretta dei crediti dormienti.

Un passo importante visto che, appurata l’assenza di un’inconciliabilità costituzionale, l’unico potenziale ostacolo reale al procedimento proposto da Potenza era proprio l’eventuale opposizione del Cdm, proprio in virtù della precedente disciplina in materia che impediva alle Regioni di operare sulle cessioni del credito.

Niente di tutto questo. La legge del 16 luglio scorso, deliberata in merito alla “Circolazione dei crediti fiscali per efficientamento energetico del patrimonio edilizio”, ha ottenuto il tacito beneplacito del Governo e, per questo, apre un nuovo fronte di discussione sul Superbonus e sulle altre misure edilizie.

La legge lucana, infatti, propone l’acquisto annuale dei crediti di imposta sia in relazione al 110% che ad agevolazioni come il Bonus facciate 90%, l’Ecobonus (al 65%) e il Bonus ristrutturazioni, per il quale vale un’ammortizzazione del 50% sulle spese sostenute. Secondo quanto specificato dalla normativa, vigente dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, lo scopo della nuova regola sulle cessioni del credito è proprio quella di favorire l’intervento degli enti pubblici regionali o, in alternativa, delle società partecipate.

Questo perché, al momento, la normativa generale impedisce ancora alle amministrazioni di intervenire direttamente, non limitando tuttavia la possibilità di una partecipata di farlo in sua vece.

Cessione del credito, l’esempio della Basilicata e le possibilità future

È chiaro che la decisione del Governo contribuisce ad aprire un nuovo capitolo nella lunga saga della cessione del credito.

Anche perché, in altre Regioni (incluse le vicine Calabria, Campania e Puglia), sono già allo studio misure analoghe a quelle disposte dalla legge lucana. Allo stato attuale, la normativa adottata dall’amministrazione della Basilicata consente agli enti pubblici economici regionali, così come alle società partecipate da questi controllate, di avere un ruolo attivo nella circolazione dei crediti inerenti alle agevolazioni edilizie in oggetto.

Il parametro è quello del Decreto legge 34/2020, nello specifico l’art. 119, nel quale vengono specificati gli interventi potenzialmente in grado di generare un flusso di crediti. Allo stesso tempo, il passaggio normativo permetterà di smuovere la massa dei crediti incagliati che, nella sola Basilicata, ammonta a circa 200 milioni. Nel range di circa 1 miliardo di euro complessivi come finanziamento della manovra, sarà coperto anche tale budget.

Requisiti e modalità

La condizione basilare per l’intervento sui crediti sarà la presenza della sede legale e operativa sul suolo regionale, qualora all’acquisizione procedesse una partecipata. Anche gli immobili di destinazione dovranno essere ubicati sul territorio lucano. Il vantaggio della misura è nella sua attinenza al Decreto cessioni (l’11/2023 del 16 febbraio), che non prevede un veto sugli interventi indiretti delle amministrazioni. Alle quali, a ogni modo, sarà demandato l’obbligo di monitorare gli interventi e i crediti fiscali smossi, anche istituendo piattaforme apposite.

Inoltre, alla Regione sarà concesso di effettuare una cessione del credito d’imposta di importo costante a ulteriori soggetti, allo scopo di raggiungere il realizzo massimo dei crediti in questione. La compensazione annua sarà effettuata tramite Modello F24.

Riassumendo…

  • Il Consiglio dei ministri ha dato il beneplacito alla legge della Regione Basilicata sulla circolazione dei crediti legati alle agevolazioni edilizie;
  • la normativa ne consentirà l’acquisizione da parte degli enti economici regionali e delle società partecipate da essi controllate;
  • la disciplina agisce nel rispetto del Decreto n. 11 del 16 febbraio 2023, il cosiddetto Decreto cessioni;
  • altre amministrazioni stanno battendo la strada dell’intervento sui crediti incagliate, tra le quali Campania, Calabria, Puglia e Lazio.