Altra cassa integrazione (Cig) in arrivo. Il governo sembra intenzionato a concedere alle aziende altre 18 settimane di Cig facendo ulteriore debito pubblico per 6 miliardi di euro.

Il Ministero del Lavoro sta infatti preparando un nuovo finanziamento miliardario per scongiurare i licenziamenti da parte dei datori di lavoro concedendo ulteriori 18 settimane di cassa integrazione salariale per i lavoratori. Provvedimento che andrebbe di pari passo con la proroga dello stato di emergenza sanitaria.

Nuova cassa integrazione per 18 settimane

Il ricorso massiccio e straordinario alla Cig, però, farà salire ulteriormente il debito pubblico.

Proprio oggi la Banca d’Italia ha annunciato che il nostro Paese ha superato la soglia dei 2.500 miliardi di euro di debito statale (41.000 euro a testa). E la nuova cassa integrazione dovrebbe costare altri 6 miliardi di euro per milioni di ore che potranno essere utilizzate fino al 31 dicembre 2020. Una notizia che trapela da fonti del Ministero del lavoro che in questi giorni ha dato il via anche al tavolo tecnico per la riforma degli ammortizzatori sociali e in particolare della Cig che dovrebbe essere semplificata nelle procedure e divenire unica.

Nuove ore di Cig, ma non per tutti

La nuova Cig non sarà però per tutti. E’ allo studio un piano per individuare le aziende maggiormente colpite dalla crisi pandemica e che possano dimostrare un cospicuo calo del fatturato durante il primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Si parla di una percentuale di almeno il 50% di calo del fatturato medio per i primi sei mesi dell’anno che dovrà essere dimostrata insieme alla regolarità contributiva Inps. Su questo punto i tecnici stanno lavorando per fare in modo che la misura a sostegno del reddito sia accompagnata anche dal rinnovo del blocco dei licenziamenti fino a fine anno (data per ora fissata al 17 agosto).

Confesercenti, ok riforma ammortizzatori, ma proroga Cig

La riforma degli ammortizzatori sociali annunciata dalla ministra Nunzia Catalfo va bene, ma solo se non comporterà aggravi aggiuntivi per le imprese.

“Più urgente – dice Confesercenti – comunque, resta sciogliere il nodo della cassa integrazione: se non verrà prorogata, nel commercio non alimentare, nella somministrazione e nel turismo, migliaia di contratti a tempo determinato potrebbero non essere rinnovati a settembre. E anche la posizione dei lavoratori a tempo indeterminato è fragile: fino a 2 su 10 potrebbero perdere il posto”. Occorre dare a imprese e dipendenti la tranquillità e la flessibilità necessarie per portare avanti un riavvio estremamente difficile, soprattutto per le piccole attività di prossimità che ancora soffrono l’onda lunga dell’emergenza Covid 19. “Prima di procedere alla riforma – prosegue Confesercenti – valorizziamo l’attuale assetto degli ammortizzatori sociali e procediamo, urgentemente, alla proroga per almeno altre 18 settimane delle integrazioni salariali e alla sburocratizzazione delle procedure Inps, con contestuale finanziamento delle misure di emergenza”.

Cna, ritardi intollerabili sulla Cig

Cna, insieme alle altre organizzazioni datoriali e Cgil, Cisl e Uil, ha formalmente chiesto ai ministri Catalfo e Gualtieri un diretto e tempestivo interessamento per l’integrale trasferimento delle risorse al Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato, l’unico strumento in grado di fornire le prestazioni di sostegno al reddito ai dipendenti delle imprese artigiane che hanno ridotto o sospeso la loro attività lavorativa in seguito all’emergenza epidemiologica. In questi mesi FBSA ha ottenuto un importante stanziamento economico dal Governo per far fronte alle numerose domande pervenute e ha lavorato al massimo dell’efficienza gestionale e organizzativa per garantire una tempestiva erogazione degli ammortizzatori sociali. “Nonostante questi sforzi – si legge in una nota della Cna – sono ancora molti i lavoratori che attendono le prestazioni di sostegno al reddito relative ai mesi di aprile, maggio e giugno, nei confronti dei quali FSBA non ha più alcuno spazio di azione, avendo già anticipato tutte le risorse accumulate negli anni per far fronte alle oltre 750 mila domande pervenute. Il ritardo nel trasferimento delle risorse già stanziate, che di fatto impedisce a FSBA di operare, è ormai diventato intollerabile per imprese e lavoratori e, per questo motivo, è necessario un intervento immediato delle istituzioni volto a disporne l’integrale trasferimento”.

Serve, inoltre, un nuovo stanziamento di almeno 500 milioni di euro per dare piena risposta alle domande già presentate, nonché per finanziare ulteriori settimane di sostegno al reddito a favore delle imprese che hanno già esaurito le diciotto settimane e che non sono in condizione di ripartire.