Continuano i dubbi e le incertezze sulla rottamazione e sulla cancellazione delle cartelle. In pratica, sulla nuova tregua fiscale del governo che è una specie di nuova pace fiscale. Come sempre ogni qualvolta si apre a un nuovo provvedimento di sanatoria, c’è sempre qualcosa che da affrontare meglio, soprattutto perché la condizione di ogni singolo contribuente di fronte a debiti di varia natura con gli enti pubblici è differente.

Molti i dubbi su cosa dovrebbero fare quanti hanno già aderito alla rottamazione ter e stanno pagando le rate delle cartelle mentre adesso il nuovo governo avrebbe deciso in alcuni casi di provvedere alla loro cancellazione.

Molti si chiedono anche se non sia il caso di bloccare i pagamenti della vecchia rottamazione e aspettare buone nuove con la nuova sanatoria.

Una domanda da un nostro lettore

“Buonasera, ho un breve quesito da sottoporvi. Non sono contrario alla nuova sanatoria delle cartelle, ma dovrebbero essere più chiari quelli del governo nello spiegare cosa fare. Io ho aderito alla rottamazione ter ed ho pagato normalmente le rate in scadenza, l’ultima 2022 a novembre. Nella rottamazione a cui ho aderito, anche le cartelle dal 2010 al 2015 che adesso dovrebbero essere cancellate d’ufficio. Cosa succede adesso? Intendo dire, per la parte di quelle cartelle che stavo pagando a rate e che adesso dovrebbero essere cancellate.”

Tutti i dubbi sulla rottamazione delle cartelle e sulla cancellazione di quelle più vecchie e piccole di importo

Al momento anche se ormai tutto sembra ben delineato con la manovra finanziaria, parliamo ancora di semplici ipotesi su molti aspetti della sanatoria delle cartelle esattoriali. Dubbi e incertezze che andranno approfonditi non appena il provvedimento sarà definitivo ed entrerà in vigore. E non è azzardato adesso ipotizzare che su alcune problematiche della sanatoria, solo la risposta dell’Agenzia delle Entrate alle FAQ degli utenti, potranno fare chiarezza.

Al momento le certezze sono che la sanatoria del governo Meloni si compone di due diversi e specifici provvedimenti. Il primo infatti è quello della cancellazione delle cartelle fino al 2015 se di importo sotto i 1.000 euro e forse, senza considerare quelle degli Enti locali come i Comuni (altro dubbio ancora da chiarire al momento).

Il secondo invece riguarda la rottamazione delle cartelle che arrivano fino al 30 giugno 2022. In ogni caso si tratta di due nuovi provvedimenti nel cui calderone finiscono anche delle cartelle che inevitabilmente i contribuenti interessati alle vecchie rottamazioni avevano già inserito in quei provvedimenti di diversi anni fa.

Sia la rottamazione delle cartelle che la cancellazione d’ufficio non sono provvedimenti del tutto nuovi

La rottamazione del governo Meloni è arrivata alla sua quarta versione. Infatti sono stati già tre i provvedimenti di rottamazione delle cartelle dei vecchi governi. Quella del 2022, cioè la rottamazione ter, era un provvedimento che arrivava a concedere la rateizzazione e gli sconti sulle cartelle dei contribuenti fino all’anno 2017. La rottamazione bis, cioè quella del 2021 invece, con sconti su sanzioni e interessi e con rate più semplici, riguardava le cartelle fino al 2016.

Adesso il governo Meloni ha deciso di cancellare i debiti dei contribuenti fino al 2015 con la cancellazione d’ufficio delle cartelle. Se al di sotto dei 1.000 euro e affidate all’agente della riscossione entro il 2015. Una riproposizione del vecchio provvedimento del governo Conte che in un decreto Sostegni aveva cancellato le cartelle sempre sotto i 1.000 euro ma solo se affidate alla riscossione entro il 2010.  Sono tanti i contribuenti che come il nostro lettore ora si chiedono cosa devono fare.

Passare dalla rottamazione ter a cancellazione e rottamazione quater è possibile?

Appare facile che ci siano contribuenti che hanno inserito nella rottamazione ter anche quelle cartelle inferiori ai 1.000 euro fino al 2017.

E dentro quindi anche molte delle cartelle fino al 2015, che adesso verrebbero cancellate. Di qui la domanda di molti che vorrebbero bloccare il pagamento delle rate ancora in corso per scegliere la via della cancellazione. Per un vantaggio maggiore quindi. La cancellazione d’ufficio è automatica e il diretto interessato non deve presentare domanda. E questo produce un problema ancora maggiore dal momento che non facendo istanza i diretti interessati non possono ben capire se e quando la cancellazione delle cartelle potrebbe avere effetto anche su questi debiti precedentemente rottamati. Nemmeno noi di redazione possiamo dare oggi una spiegazione sicura al 100% di una situazione di questo genere. Effettivamente finché non vedremo il provvedimento definitivo nel testo della legge di Bilancio, ufficialmente approvata, questa risposta, e non solo al nostro lettore, non può che essere sempre ipotetica.

Cosa accadrà ai vecchi piani di rottamazione delle cartelle

E come dicevamo in premessa, è probabile addirittura che nemmeno il testo definitivo della manovra potrà darci risposte definitive. Ecco perché con ogni probabilità, serviranno le risposte dell’Agenzia delle Entrate ai suoi lettori con le consuete FAQ. Va detto però che si possono azzardare scenari molto probabili. In base al meccanismo che è stato sempre adottano dai governi italiani per misure di questo genere, le ipotesi appaiono più concrete. È probabile che si arriverà al punto di sostituire la vecchia rottamazione ter con la quater. O con una cancellazione d’ufficio del residuo da versare da parte dei contribuenti sulle cartelle che prima della nuova sanatoria erano da versare e che adesso sono annullate automaticamente. Questo dal momento che rispetto alla precedente rottamazione sono cambiati i termini della sanatoria e sono state estese anche le linee di intervento.