Meno facile del previsto fare pace con il Fisco per gli italiani. Sulle cartelle esattoriali infatti, rispetto al testo originale della bozza della Legge di Bilancio qualcosa sta cambiando. La manovra finanziaria del Governo Meloni che doveva arrivare in aula il 20 dicembre, slitta alle ore 13 del 21 dicembre. Tempi più lunghi ma era preventivabile visti i tanti argomenti di cui consta la Legge di Bilancio. L’esercizio provvisorio comunque dovrebbe essere scongiurato anche completando l’iter domani. Tanti gli emendamenti arrivati a correzione della manovra.

Molti anche dai partiti che compongono la maggioranza del Governo. Proposte correttive ai vari articoli della Legge di Bilancio, che mirano ad una limatura dei provvedimenti. E sulle cartelle i dubbi dei contribuenti sono sempre di più. E sono dubbi che con ogni probabilità solo il testo definitivo della manovra potrà fugare.

“Buonasera, avevo letto che con la sanatoria delle cartelle potevo evitare di pagare diversi debiti che ho con il mio Comune, sia per IMU e tassa sui rifiuti che per delle multe che ho preso dalla Polizia Locale. Adesso però sento dire che queste cartelle non verranno cancellate. Perché?”

Cosa sta succedendo alla sanatoria delle cartelle esattoriali del Governo Meloni

In base a dove viene estrapolata la notizia, la sanatoria delle cartelle che adesso viene corretta durante la modifica della Legge di Bilancio può sembrare più o meno differente dal testo originario della manovra, cioè dalla sua bozza. Ci sono organi di stampa che essendo duri e critici verso il Governo parlano di marcia indietro. A dire il vero però, tutto quello che sta succedendo adesso è dovuto al fatto che molte cartelle dei contribuenti riguardano tributi dei Comuni. Enti locali che, tramite la loro associazione (ANCI ndr), hanno alzato la voce sostenendo che la sanatoria prevista dalla bozza della manovra, li penalizzava. E in effetti è così, dal momento che si tratta di una delle voci più importanti che i Comuni hanno nel bilancio.

E una delle fonti di gettito più importanti.

Cosa lamentavano i Comuni sulla cancellazione delle cartelle

In termini pratici, i Comuni contano ancora di incassare i crediti verso i loro concittadini indebitati. Anche se sono antecedenti il 2015 e potenzialmente non incassabili più, come sostengono al Governo che su queste cartelle come sulle altre così obsolete, hanno pensato alla cancellazione d’ufficio. Ed è proprio questo il provvedimento che è stato impugnato dai Comuni. Anche perché, incassabili o no, si tratta di crediti che i Comuni usano inserire nel loro bilancio come voci attive.

In pratica, un Comune che ha 2 milioni di euro di crediti nei confronti dei cittadini morosi su IMU, TARI e su qualsiasi altra tassa comunale, comprese le multe comminate dalle Polizie Locali, nel suo bilancio inserirà come voce attiva proprio i 2 milioni di euro. Evidente che se il Governo avesse proseguito sulla strada della cancellazione senza domanda di molti di questi crediti comunali, inferiori a 1.000 euro e affidati alla riscossione entro il 2015, molti Comuni avrebbero rischiato il dissesto.

Cosa cambia adesso per la cancellazione

Slitta dal 31 gennaio 2023 al 31 marzo 2023 la data entro la quale verranno cancellati i debiti condonati, ed è uno slittamento che nasce per concedere un lasso di tempo maggiore ai Comuni per approvare i bilanci dell’ente. Per i contribuenti cambia relativamente poco, anche se molti lo fanno passare come una specie di sconfitta per l’Esecutivo. ma qualcosa comunque cambierà, perché sembra probabile che il condono fiscale non riguarderà i tributi comunali. Niente da fare quindi per IMU e tassa sui rifiuti, e nemmeno per le multe comminate dai Vigili Urbani. Parliamo della cancellazione delle cartelle, che invece è in pratica confermata per tutte le tasse degli Enti centrali, come per esempio i contributi non versati all’INPS, l’Irpef evasa da dichiarazione dei redditi e così via dicendo.

Rottamazione delle cartelle ok anche per gli enti locali?

sanatoria cartelle

Niente cancellazione sui tributi comunali anche se diventati cartelle entro il 2015 e pure se di importo inferire a 1.000 euro. Per questi debiti il contribuente potrà contare però su uno stralcio, Con il debito in origine che sarà abbattuto di sanzioni e interessi. Mentre per le multe, via gli interessi e dentro solo il corrispettivo per la sanzione. Un modo questo per facilitare il fare cassa di questi Enti. Sulla rottamazione invece dovrebbe andare tutto liscio come oggi. Essendo un provvedimento che ricalca alla lettera quelli precedenti, tutto più semplice. Con debiti prima di tutto scontati di interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni. E poi rateizzabili per 5 anni, con 18 rate trimestrali fino al 2027.