La semplificazione fiscale post Covid potrebbe passare per una nuova rottamazione 2021. Ad essere cancellate sarebbero le cartelle esattoriali più vecchie e datate.

La ratio alla base della proposta è stata spiegata da  il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, in occasione dell’audizione alle commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato.

Qualsiasi dovesse essere la riforma del fisco che il governo adotterà, essa dovrà risultare «operativamente semplice e trasparente»

Da quale data potrebbero essere cancellate le cartelle esattoriali più vecchie

Immaginiamo l’accumulo di vecchie cartelle esattoriali come un magazzino stracolmo.

Cancellare i debiti fiscali più vecchi permetterebbe di alleggerire i compiti di riscossione. Anche perché, realisticamente e statisticamente parlando, i debiti con il Fisco più datati sono anche quelli più difficili da recuperare ormai.

Su questa possibilità è stato intrapreso un ciclo di incontri di approfondimento. L’obiettivo è quello di studiare una riforma del fisco per il 2021, tenendo conto anche delle difficoltà che il Covid ha ulteriormente contribuito ad ingigantire. Tra le idee rilanciate da Ruffini per la semplificazione fiscale nel 2021, rispunta anche quella di un Testo unico delle norme fiscali.

Riforma fiscale 2021: le proposte al vaglio per la semplificazione

Di seguito le proposte che si stanno valutando:

  • revisione delle aliquote e degli scaglioni Irpef;
  • attuazione del sistema tedesco di aliquota continua;
  • obbligo di fatturazione elettronica (potenzialmente esteso al regime forfettario);
  • tassazione per cassa per le P. IVA con conseguente
  • superamento del sistema di saldi e acconti

 

Il problema della semplificazione fiscale, spiega ancora Ruffini, non dipende solo dal sovra numero di norme ma anche dal caos degli sconti fiscali previsti per le diverse categorie.

Intanto subito decreto Ristori 5 e pioggia di accertamenti fiscali

Mentre si discute della riforma fiscale 2021, e in attesa che entri nel vivo, sta per essere varato il quinto decreto Ristori che dovrebbe autorizzare un investimento ulteriore di circa 25 miliardi.

E proprio al centro del provvedimento, ha annunciato il viceministro, Laura Castelli, ci sarà la sanatoria a favore dei soggetti titolari delle cartelle esattoriali.

Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate ha ripreso l’attività di riscossione: sono 50 milioni le notifiche di accertamento tra il 2020 (sospese causa pandemia) e quelle previste per inizio 2021.

Rottamazione 2021: cosa succederà alle cartelle prima del 2015 e a quelle degli ultimi quattro anni

Secondo la Castelli il compromesso potrebbe essere quello di cancellare le cartelle esattoriali per debiti inesigibili, dunque antem 2015. Si tratta di insoluti non recuperabili di fatto. Tuttavia c’è anche la questione degli anni dal 2016 al 2020 da affrontare. Anzi per questa finestra temporale le problematiche sono due:

  1. le cartelle già notificate, con la possibilità di una nuova rottamazione a favore di tutte quelle persone messe ancora più in difficoltà dal Covid;
  2. le cartelle che non sono ancora state emesse.

Lo scopo è quello di ridurre al minimo l’invio di cartelle Equitalia, anche per scongiurare il rischio di assembramenti per il ritiro. Il tutto però senza compromettere troppo le entrate conseguenti alla riscossione, che comunque dovrà riprendere anche se ridimensionata. Ruffini ha infatti ribadito che prima di qualsiasi eventuale nuova rottamazione nel 2021, dovrà esserci una ripresa delle notifiche seppur parziale. Il precedente saldo e stralcio aveva portato alla cancellazione automatica delle cartelle sotto i mille euro.