La situazione va gradualmente migliorando ma lo scarto tra lo stipendio di un lavoratore under 35 anni ad inizio carriera e un collega di età superiore resta ancora troppo grande per non affrontare la problematica. Tanto che in molti, dopo la pubblicazione dei dati aggiornati dell’Osservatorio Statistico dei consulenti del lavoro e della Fondazione Studi, parlano di una tassa occulta che pesa sulla busta paga dei lavoratori. Lo scarto ammonta a circa 231 euro: se un lavoratore di età compresa tra i 15 e i 34 anni nel 2015 guadagnava in media 1.380 euro, lo stipendio di chi superava i 55 anni poteva essere anche del 35% in più.

Di fronte a questa sproporzione non può consolare più di tanto pensare che rispetto al 2014 ci sia un miglioramento.

Stipendi, non conta solo l’età in busta paga: differenze di genere, titolo di studio e cittadinanza

E, facendo un confronto tra le buste paga, resta ancora evidente anche il divario tra stipendio medio degli uomini e delle donne. Nei tredici più importanti Comuni italiani, il gap nello stipendio mensile di uomini e donne è pari a 279 euro: una donna, quindi, a conti fatti, porta a casa l’81,5% di quanto guadagna un collega uomo. E più si sale ai vertici aziendali, meno poltrone occupate da donne si trovano.

C’è solo una discriminante che segna la differenza di stipendio più di quella anagrafica e di genere: la cittadinanza. In media infatti, un lavoratore straniero guadagna il 59,4% dello stipendio di un italiano.

Chiudiamo con l’importanza del titolo di studio in termini di scatto salariale: nei tredici Comuni italiani più popolosi chi ha una licenzia media guadagna il 41,5% in meno rispetto a chi ha una laurea.

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