Manca poco alla scadenza del bonus idrico. Non parliamo della domanda bensì del pagamento delle spese per poter rientrare nel beneficio.

Infatti, ad oggi la piattaforma web del Ministero della Transizione Ecologica, attraverso cui presentare la richiesta, non è ancora attiva (l’attivazione si prevede nel mese di gennaio 2022).

Le spese per cui è ammesso il rimborso

Il bonus idrico, ricordiamo, si sostanzia in un contributo (rimborso) massimo di 1.000 euro, riconosciuto per spese sostenute a fronte:

  • della fornitura e la posa in opera di vasi sanitari in ceramica con volume massimo di scarico uguale o inferiore a 6 litri e relativi sistemi di scarico, compresi le opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti
  • di fornitura e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina, compresi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua con portata uguale o inferiore a 6 litri al minuto, e di soffioni doccia e colonne doccia con valori di portata di acqua uguale o inferiore a 9 litri al minuto, compresi le eventuali opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti.

Le spese escluse dal bonus idrico

Il contributo deve essere richiesto con apposita domanda (cui allegare anche le fatture di spesa) da presentarsi attraverso l’apposita “Piattaforma bonus idrico”, che come anticipato sarà attiva solo dal 2022.

Si tenga, tuttavia, presente che il beneficio è previsto per spese sostenute (quindi, pagate) nel periodo 1° gennaio 2021 – 31 dicembre 2021. Pertanto, ciò sta significando che per poter presentare poi domanda per il rimborso è necessario che le spese risultino pagate entro il prossimo 31 dicembre, altrimenti si è fuori. Ciò anche se i lavori non sono terminati.

Il pagamento deve risultare da strumento tracciabile (non è ammesso il bonus idrico se il pagamento della fattura è eseguito in contanti).

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