Nella giungla burocratica e amministrativa del bonus 110 molte aziende organizzano pacchetti per progetti di ristrutturazione chiavi in mano. Non solo quelle che Il Sole 24 Ore definì le “Big Four” della consulenza (Deloitte, Pwc, Ernst & Young e Kpmg) ma anche realtà più piccole di professionisti associati. In questo business si sono inseriti anche alcuni portali specializzati nelle consulenze per i lavori agevolabili, che assistono l’utente in tutte le fasi. Ci sono però alcuni punti che lasciano perplessi gli stessi tecnici che partecipano ai lavori.

Tra questi alcuni architetti. Ma anche ingegneri o geometri.

Come funziona la ristrutturazione chiavi in mano

In un progetto chiavi in mano, di fatto, l’architetto non lavora più come un professionista autonomo ma viene incaricato e pagato dall’azienda. Il cliente finale, infatti, che commissiona i lavori, ha un unico referente. Quest’ultimo penserà a tutto. Si crea però una sorta di paradosso tra ruolo e funzione dell’architetto in un cantiere di ristrutturazione. Quest’ultimo dovrebbe, grazie alle sue competenze e imparzialità, supervisionare la regolarità delle operazioni sotto diversi profili.

L’architetto dovrebbe essere una figura indipendente, pagata dal committente

Senza voler mettere in dubbio la professionalità di un architetto pagato dall’azienda (rispondono comunque al Codice Deontologico), è intuitivo che questo potrebbe far sorgere quantomeno il sospetto di un “conflitto di interessi”. Ma spesso per i committenti il timore è quello di perdere il bonus per un errore, visto che si tratta di norme complesse e intricate. Avere un unico referente, quindi, fa sentire più tranquilli.

Il bonus 110 è troppo complicato

Occorrerebbe quindi in primis una maggiore semplificazione per garantire la libera scelta. Alcuni proprietari potrebbero comunque preferire rivolgersi ad un’impresa che si occupi di tutto, dalla progettazione ai lavori incluse le pratiche. Altri, invece, opteranno per professionisti indipendenti: architetti e ingegneri che elaborano il progetto, curino la pratica e supervisionano lo svolgimento dei lavori.

In questo modo, invece, in molti casi la scelta è, se non obbligata, dettata da timore. Le cose si complicano per i lavori in condominio, per via degli adempimenti da compiere prima.

E se le regole per l’accesso al bonus 110 vi sembrano complesse, immaginate che cosa può pensare una persona straniera che, innamorato dell’Italia, ha deciso di comprare un immobile da ristrutturare nel nostro Paese. A ciò si aggiunge l’impossibilità di seguire i lavori sul posto. E’ chiaro che, in simili situazioni, i progetti chiavi in mano rappresentano un vantaggio sotto il profilo pratico.

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