Manca ancora l’ufficialità, ma le pensioni in pagamento nel 2024 cresceranno ancora di circa il 5,6%. L’adeguamento è previsto per legge in base ai dati dell’inflazione di quest’anno che ancora devono essere comunicati dall’Istat e certificati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).

L’adeguamento dei trattamenti è indicato nella relazione tecnica del disegno di Legge di bilancio 2024. In gergo si chiama perequazione automatica e avviene a partire da gennaio, anche se i pagamenti veri e propri solitamente scattano a febbraio o marzo.

Ma non tutte le pensioni cresceranno in eguale: solo quelle più basse saranno rivalutate pienamente, mentre quelle più alte subiranno dei tagli.

Pensioni 2024: aumenti pieni solo fino a 2.500 euro

Quindi non tutte le pensioni beneficeranno di un aumento pari a quello del costo della vita 2023. Secondo quanto previsto dalla normativa vigente la perequazione automatica prevede per il biennio 2023-2024 un meccanismo decrescente rispetto all’importo dell’assegno. A tal fine sono state individuate 6 fasce di rivalutazione in base al reddito.

La legge di bilancio 2024 contiene inoltre un inasprimento della rivalutazione per le pensioni superiori a 10 volte l’importo del trattamento minimo. Quindi, a conti fatti, partendo da una base di aumento del 5,6%, per gli assegni di importo superiore a tale soglia l’adeguamento sarà solo del 1,23%.

Per il resto, poco o nulla dovrebbe cambiare rispetto allo schema già in vigore da un anno. Con la conferma piena della rivalutazione fino a 4 volte il trattamento minimo di pensione. Cioè 2.555 euro al mese considerando che la base di calcolo sarà aggiornata alle nuove soglie del 2023. Vale a dire 563,74 euro al mese.

Le sei fasce della perequazione automatica

Sempre secondo quanto previsto in manovra di bilancio, dovrebbe cambiare anche l’indice di rivalutazione della seconda fascia, quella relativa alle pensioni di importo compreso fra 4 e 5 volte il trattamento minimo.

Questa passerebbe da una perequazione dall’85% al 90%. Confermate, invece, le altre fasce di rivalutazione intermedie. Il nuovo schema di adeguamento degli importi sarà quindi:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 90% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 22% oltre le 10 volte il trattamento minimo

Nel frattempo non si fermano le proteste dei pensionati più benestanti contro i tagli voluti dal governo Meloni. I dirigenti fanno causa allo Stato e hanno avviato l’iter per chiedere al Giudice di sollevare la questione di legittimità innanzi alla Corte Costituzionale.

Più della metà delle pensioni saranno adeguate al 100%

I tagli saranno nel complesso limitati al 46% circa del totale delle pensioni, circa 7,45 milioni di assegni in pagamento. Il restante 54% è composto da pensionati che percepiscono rendite fino a 2.500 euro al mese. Mentre solo il 7,7% del totale prende una pensione superiore a 2.820 euro al mese.

Il taglio della rivalutazione di dieci punti percentuali ai pensionati d’oro determinerà un risparmio di 135 milioni di euro nel 2024. Soldi che andranno a compensare l’aumento del 5% previsto a favore dei pensionati rientranti nella seconda fascia.

Riassumendo…

  • Le pensioni nel 2024 aumenteranno di circa il 5,6%, ma non per tutti.
  • Perequazione automatica piena solo fino a 2.550 euro al mese, poi scattano i tagli.
  • Confermate sei fasce di rivalutazione delle pensioni per il 2024.
  • Le pensioni sopra 5.630 euro al mese cresceranno solo del 1.23%.