Il legislatore italiano spesso (anzi quasi sempre) lega il riconoscimento di bonus al valore ISEE del nucleo familiare.

L’ISEE (indicatore situazione economica equivalente) misura, possiamo dire, il livello di ricchezza del nucleo familiare. Più basso è questo valore più basso è il livello di ricchezza. Ecco, quindi, che il legislatore riconosce alcuni bonus a chi non supera una certa soglia ISEE. Infatti, il fine di questi aiuti è quello di dare un sostegno a chi vive in condizioni di disagio economico.

Senza ISEE niente bonus

Nel 2023, ad esempio, sono numerosi i bonus riconosciuti ai nuclei familiari che hanno un ISEE basso.

Tra questi ci sono:

  • nuova carta acquisti di 382,50 euro (ISEE non superiore a 15.000 euro)
  • bonus psicologo (ISEE non superiore a 50.000 euro)
  • bonus luce e gas (ISEE non superiore a 15.000 euro o 30.000 euro per famiglie numerose)
  • bonus prima casa giovani under 36 (ISEE non superiore a 40.000 euro)
  • bonus occhiali (ISEE non superiore a 10.000 euro).

Alcuni sono automatici (ad esempio, la nuova carta acquisti la si avrà senza dover fare domanda). Per altri, invece, è necessario presentare richiesta.

ISEE e DSU: le differenze

Il valore ISEE è frutto dell’elaborazione di una serie di dati (reddituali e patrimoniali) dichiarati dal contribuente. Dati che poi vengono moltiplicati per una scala di equivalenza.

Ebbene, qui arriva la distinzione tra ISEE e DSU (Dichiarazione sostitutiva unica). Quest’ultima è la dichiarazione fatta da chi deve avere l’ISEE. E’, quindi, il modello in cui il contribuente indica i dati patrimoniali e reddituali di tutti i componenti del suo nucleo familiare.

La DSU, dunque, è ciò che serve per avere poi l’attestazione ISEE (ossia l’attestazione da cui si evince il valore ISEE frutto dell’elaborazione dei dati indicati nella DSU).

I dati della DSU devono riferirsi a due anni precedenti la sua presentazione. Solo il nucleo familiare deve essere attuale.

Pertanto, nella DSU bisogna indicare il nucleo familiare come composto al momento della presentazione. Poi per ciascun componente del nucleo bisogna riportare i dati reddituali e patrimoniali al 31 dicembre di due anni prima.

Ne consegue che chi deve avere l’attestazione ISEE nel 2023, deve presentare la DSU indicando il nucleo familiare esistente alla data di presentazione della DSU. E per ognuno di loro indicare i dati reddituali e patrimoniali al 31 dicembre 2021.

Perché è importante la distinzione

Si tenga presenta che la DSU ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione. Dunque, l’attestazione ISEE 2023 scade il 31 dicembre 2023. Ogni anno va rinnovata.

La distinzione tra DSU e attestazione ISEE è importante in quanto in alcuni casi alla domanda di accesso a bonus è richiesto di allegare l’ISEE. In tal caso bisogna allegare l’attestazione e non la DSU.

Ricordiamo anche che la DSU per avere l’ISEE si può presentare ad un CAF o anche direttamente all’INPS. L’ISEE è infatti gestito da quest’ultimo. Esiste anche l’ISEE precompilato.

Riassumendo…

  • il diritto a molti bonus è legato al valore ISEE del nucleo familiare
  • l’ISEE misura il livello di ricchezza del nucleo familiare
  • la DSU (dichiarazione sostitutiva unica) è la dichiarazione che il contribuente deve fare per avere l’attestazione ISEE
  • senza la DSU non può esserci ISEE
  • se alla domanda del bonus bisogna allegare l’ISEE, si allega l’attestazione e non la DSU.