La pandemia ha messo a dura prova anche il settore delle aste immobiliari. In un momento particolarmente critico per il settore, sono aumentati nel 2020 i lotti messi all’asta, ma al contempo sono crollate le partecipazioni.

Insomma il settore ha accusato una enorme perdita anche per via della disorganizzazione procedurale. In Italia, a differenza che in altri Paesi europei, le aste immobiliari seguono ancora procedimenti lunghi e farraginosi e solo con la pandemia si è fatto più massiccio ricorso alle procedure telematiche.

Cosa che all’estero avviene già da anni.

Perdita di 6,6 miliardi di euro nel 2020

Così, in Italia solo nel 2020 si è assistito a una perdita di circa 6,6 miliardi di euro dovuta alla sospensione delle aste immobiliari. Un tonfo causato, come detto, dal ritardo nell’attivare le procedure telematiche e a distanza.

Le aste immobiliari sono state 117.376 per un totale di 95.329 immobili messi all’asta.

Numeri dimezzati rispetto al 2019. In particolare sono state 44.191 le aste sospese durante il primo lockdown, da marzo a maggio, mentre durante la seconda ondata sono state 523. Ne ha risentito anche l’offerta minima delle aste complessive che nel 2020 si ferma a 15.255.599.915 miliardi contro i 32 miliardi del 2019, il 52% in meno.

Aste immobiliari dimezzate per lockdown nel 2020

È quanto emerge dal report “Scenario Aste 2020” a cura di Reviva, la prima azienda in Italia che si occupa di invertire il trend delle aste immobiliari andate deserte.

Dal report emerge che Roma è la provincia con il maggior numero di immobili all’asta con 4.472 lotti seguita quest’anno da Perugia con 3.032 lotti e Ancona con 2.993 lotti. Quarto e quinto posto per Milano con 2.859 e Bergamo con 2.737 lotti, che perdono rispettivamente il secondo e il terzo posto che occupavano nel 2019. Risulta invece essere Trieste la provincia con il minor numero di immobili all’asta con solo 68 lotti.

A livello regionale invece è la Lombardia ad aver avuto il maggior numero di lotti all’asta con 15.754 lotti, complessivamente il 16,5%, seguono la Sicilia con 9257 lotti ovvero il 9,7% e infine il Lazio con 7349 lotti che equivalgono al 7,7%.

Vendite aste immobiliari online +85%

Dall’analisi inoltre emergono profonde differenze di prezzo tra i lotti del Nord Italia rispetto a quelli del Sud. Ad esempio mediamente i lotti in vendita ad un prezzo più alto sono gli immobili non residenziali in Trentino Alto Adige, la cui offerta minima media è di 293.270 euro mentre quelli ad un prezzo più basso sono i terreni in Basilicata, per i quali l’offerta minima media è di 30.096 euro

Il distanziamento sociale e più in generale i divieti di assembramento e le misure adottate per evitare l’aumento dei contagi ha portato anche il settore Real Estate delle aste immobiliari ad adottare strumenti digital per adattarsi ai cambiamenti in atto nella società. Nel 2020 sono infatti diminuite del 22% le modalità di vendita fisica presso il venditore in favore di un aumento medio dell’85% delle vendite in via telematica.