Al via dal 1 luglio 2021 l’assegno unico per i figli minori. Il decreto legge approvato a inizio giugno dal governo Draghi, in attuazione alla legge delega per la riforma del welfare familiare, prevede un intervento temporaneo di sei mesi.

Si tratta di un prestito ponte in attesa che l’assegno unico per i figli entri a regime il 1 gennaio 2022. Perché questa data? Il tutto è legato all’inclusione nell’assegno anche delle detrazioni fiscali per figli a carico che, però, non possono decorrere a anno fiscale già iniziato.

Assegno unico per i figli, la misura

Al momento quindi, il governo ha stanziato i fondi per consentire alle famiglie con figli finora esclusi dagli assegni familiari una adeguata copertura. Cioè a lavoratori autonomi, partite iva, disoccupati ecc. per i quali il governo Conte aveva deciso di intervenire in loro sostegno.

Ma quanto spetterà a questi nuclei familiari? L’assegno unico è corrisposto in base al numero dei figli e all’indicatore ISEE. Gli importi sono decrescenti all’aumentare del coefficiente fino ad azzerarsi qualora l’indicatore superi 50.000 euro.

Secondo le stime, un nucleo familiare con un figlio minore percepirà 30 euro mensili con ISEE superiore a 39.900 euro e 1678 euro mensili con ISEE inferiore a 7.000 euro. Se nel nucleo sono presenti due figli minori, l’importo sarà doppio. Qualora siano presenti più di due figli, l’importo unitario per ciascun figlio minore sarà maggiorato del 30%. Si arriverà così, rispettivamente, a 40 euro fino a 218 euro per figlio minore. Gli importi sono maggiorati di 50 euro mensili per ciascun figlio minore con disabilità.

Nel complesso, secondo i tecnici del governo, il contributo medio riferibile alla misura per il periodo che va dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021 è pari a 1.056 euro per nucleo familiare e 674 euro per figlio.

La domanda

La richiesta degli assegni familiari per i lavoratori di cui sopra deve essere presentata direttamente all’Inps unitamente alla certificazione ISEE se non presente.

L’importo sarà quindi determinato in base a tale valore e non dovrà superare i 50.000 euro. L’Isee diventa quindi il parametro per il calcolo dell’importo riconosciuto.

Rispetto a quanto previsto dalla legge delega, il recente decreto del governo precisa che l’assegno per i figli, al momento, spetta solo per i minori, e non anche fino al compimento dei 21 anni di età del figlio. A breve l’Inps renderà note le procedure per presentare istanza direttamente online o tramite patronati.

Dipendenti e pensionati

Il prestito ponte riguarderà anche i dipendenti e pensionati. Costoro continueranno a percepire gli assegni per il nucleo familiare (ANF) così come hanno sempre fatto, in base alle tabelle Inps. Per costoro l’indicatore ISEE, al momento, non interviene facendo riferimento ai redditi dichiarati nel 2019.

Pertanto, a decorrere dal 1° luglio 2021 e per sei mesi, gli importi mensili dell’assegno per il nucleo familiare già in vigore sono maggiorati di 37,5 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari fino a due figli, e di 55 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari di almeno tre figli.

Cosa assorbe l’assegno unico

Ma esattamente cosa cambia con la riforma? Dal 1 luglio 2021 sono assorbiti nell’assegno unico universale le seguenti voci di spesa a sostegno delle famiglie con figli:

  • l’assegno unico erogato dai Comuni;
  • il premio alla nascita (800 euro);
  • il bonus bebè;
  • le detrazioni fiscali per figli a carico;
  • l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori;
  • l’assegno per il nucleo familiare (ANF).

Misure che nel complesso superano i 16 miliardi di euro e coprono la quasi totalità delle spese per la famiglia. Restano escluse dall’assegno unico i bonus per asili nido, i congedi parentali e la carta famiglia.