Le date per il pagamento dell’assegno unico familiare per figli a carico diventano fisse. Da questo mese l’Inps verserà ai beneficiari l’importo spettante in giorni prestabiliti e non più durante un lasso di tempo dipendente dai tempi di elaborazione dei pagamenti.

Lo ha chiarito l’Inps in una recente nota. La novità scaturisce da un accordo raggiunto con la Banca d’Italia per consentire alle famiglie beneficiarie di conoscere con esattezza la data di incasso della somma spettante.

L’assegno unico universale per figli a carico costituisce per le famiglie numerose a basso reddito un notevole introito su cui fare affidamento ogni mese.

Assegno unico universale a date fisse

In particolare – spiega l’Inps – i pagamenti da qui a fine anno sono effettuati nelle seguenti date:

  • 7, 18, 19 luglio;
  • 18, 21, 22 agosto;
  • 15, 18, 19 settembre;
  • 17, 18, 19 ottobre;
  • 16, 17, 20 novembre;
  • 18, 19, 20 dicembre.

Quindi non più date incerte o tempi di attesa. L’Inps pagherà l’assegno unico universale una volta al mese a data prestabilita. Nei casi di prima richiesta, la data può variare e per questo sono state assegnate tre scadenze mensili. Nella stessa data, potrà essere corrisposto anche l’importo delle rate spettanti nell’ipotesi in cui l’assegno sia stato oggetto di un conguaglio.

Importo medio assegno unico familiare 193 euro

Secondo i dati Inps fotografati al 31 marzo 2023, sono stati erogati alle famiglie 4,4 miliardi di euro, destinati a 9,4 milioni di figli, che si aggiungono ai 13 miliardi del 2022, per un totale di 17,4 miliardi nei tredici mesi da inizio marzo 2022 a fine marzo 2023.

A marzo di quest’anno l’importo medio di assegno unico per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da poco meno di 55 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (che per il 2023 è pari a 43.240 euro), a 215 euro per la classe di Isee minima (16.215 euro nel 2023). La media è di 193 euro.

In assenza di maggiorazioni, l’importo base dell’assegno per ciascun figlio minore nel 2023 va da un minimo di 54,10 euro, per chi non presenta l’Isee o se pari o superiore a 43.240 euro, ad un massimo di 189,20 euro per Isee fino a 16.215 euro.

Sempre secondo l’Inps, le domande di assegno unico arrivano più dal Sud che dal Nord. Le regioni con più richieste sono la Calabria e la Sicilia che raggiungono l’89% di aventi diritto. Mentre al Centro e al Nord si registrano valori percentuali più bassi.

Stessa dinamica per quanto riguarda il livello dei pagamenti. Gli importi più alti, in conseguenza di Isee basso, vanno al Sud. Circa il 45% dei figli pagati appartiene a nuclei con Isee inferiore ai 16.215 euro, e quindi percepisce il massimo del beneficio. Mentre più del 20% dei figli appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato Isee e quindi percepisce l’importo minimo.

Le indennità non più corrisposte

Ricordiamo che l’assegno unico familiare, al di là dell’importo medio erogato, assorbe dallo scorso anno diverse indennità finora riconosciute separatamente e che sono:

  • le detrazioni per figli a carico;
  • l’assegno di natalità fino a 800 euro;
  • l’assegno familiare erogato dai comuni;
  • gli assegni ai nuclei familiari (ANF);
  • il bonus bebè.

Tutto sommato si tratta di un risparmio di spesa enorme per lo Stato rispetto alla somma delle singole spettanze precedenti. Anche perché lega la misura dell’indennità economica a una capacità reddituale delle famiglie bassa attraverso l’indicatore Isee.

Riassumendo…

  • Da luglio le date di pagamento dell’assegno unico universale sono fisse.
  • L’importo medio in pagamento da quest’anno è di 193 euro al mese.
  • L’assegno unico universale è richiesto più al Sud che al Nord.