Per chi non ha mai lavorato e non ha diritto alla pensione da contributi, anche con l’integrazione al trattamento minimo Inps, esiste l’assegno sociale. Si tratta di una prestazione meramente assistenziale e che sostituisce dal 1° gennaio 1996 la pensione sociale. E’ una forma di assistenza per i cittadini che si trovano in condizioni economiche non buone.

L’assegno sociale

L’assegno sociale è quindi una prestazione di natura assistenziale riservata ai cittadini italiani che abbiano compiuto 65 anni di età, risiedano effettivamente e abitualmente in Italia, possiedano redditi di importo inferiore ai limiti previsti dalla legge.

Se il richiedente è coniugato, si tiene conto anche del reddito del coniuge. Sono equiparati ai cittadini italiani, nella fruizione dell’assegno sociale, gli stranieri che si trovino nelle seguenti condizioni:

  • i cittadini extracomunitari in possesso del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo e i rispettivi familiari ricongiunti;
  • i cittadini extracomunitari ai quali è stato riconosciuto lo status di “rifugiato politico” o di “protezione sussidiaria” ed i rispettivi coniugi ricongiunti
  • i cittadini comunitari, regolarmente iscritti all’anagrafe del Comune di residenza o in possesso della “vecchia” carta di soggiorno di cittadino UE (se rilasciata prima dell’11 aprile 2007 e, pertanto, valida fino alla scadenza) ed i rispettivi familiari ricongiunti (sia comunitari che extracomunitari).

Con decorrenza dall’1.1.2009, l’assegno sociale, in presenza degli altri requisiti richiesti, è corrisposto agli aventi diritto, a condizione che abbiano soggiornato legalmente e in via continuativa, per almeno dieci anni nel territorio nazionale. Il possesso del requisito di almeno dieci anni di permanenza continuativa e legale in Italia dovrà essere accertato indipendentemente dal periodo dell’arco vitale in cui la stessa si è verificata.

Importo dell’assegno sociale

L’assegno sociale ammonta a 457,99 euro al mese, ed è corrisposto per 13 mensilità. L’assegno può essere integrato sino ad arrivare a circa 660 euro mensili. L’importo spetta in misura piena se l’interessato (e l’eventuale coniuge) non hanno redditi.

In presenza di redditi, spetta in misura ridotta (sottraendo, cioè, il reddito percepito dall’assegno mensile), sino alle seguenti soglie:

  • per i non coniugati il reddito non può superare 5.953,87;
  • per i coniugati il reddito non può superare 11.907,74 euro annui.

L’assegno potrà essere incrementato per chi ha compiuto 65 anni di età nella misura di 12,92 euro al mese se il reddito percepito non supera quota 6.121,83 euro (12.790,96 con il coniuge. Per chi ha invece oltrepassato i 70 anni è previsto l’incremento di 191,46 euro mensili con reddito fino a 8.442,85 (14.396,72 euro se c’è anche il coniuge). Se però il pensionato ha versato anche dei contributi, il limite di età per beneficare dell’aumento si riduce.

Pensione di cittadinanza

Anche la pensione di cittadinanza viene erogata a favore di cittadini in stato di bisogno. Il requisito per ottenerla, fermo restando che chi fa domanda non abbia mai lavorato, è aver compiuto 67 anni di età e il suo nucleo familiare non abbia un ISEE superiore a 6.000 euro (incrementabile se vi sono più familiari). L’importo è di 630 euro mensili, maggiorabile a 780 euro se il richiedente paga affitto o muto. Se poi vi sono altri familiari nel nucleo, la pensione viene incrementata del 40% e del 20% per ogni minorenne.