Come andare in pensione se non si hanno contributi a sufficienza? Il nostro ordinamento prevede che al raggiungimento dei requisiti di anzianità per la vecchiaia (67 anni) si possa chiedere all’Inps la liquidazione della pensione. Occorrono però almeno 20 anni di contribuzione. Se non sono sufficienti, ma comunque superiori a 5, si deve attendere il compimento dei 71 anni.

Nel frattempo, però, lo Stato non lascia nessuno per strada. Sono previsti altri mezzi di sostegno al reddito che non rientrano nelle prestazioni pensionistiche.

Si tratta dell’assegno sociale, impropriamente chiamato pensione sociale e che non ha nulla a che vedere con la rendita diretta da contributi versati. La prestazione non è automatica ma va richiesta appositamente all’Inps.

Come funziona l’assegno sociale

L’assegno sociale, erogato dall’Inps al compimento dei 67 anni di età, è una indennità economica legata ai redditi. E’ riconosciuto, a domanda dell’interessato, solo se non esistono altre fonti di reddito o l’assicurato non ha mezzi sufficienti per vivere.

Dal 1996 l’assegno sociale ha sostituito la pensione sociale diventando di fatto una prestazione assistenziale di natura provvisoria, ma che, di fatto, può essere considerata definitiva se il beneficiario rispetta i requisiti. L’assegno è erogato direttamente dall’Inps ogni mese ed è necessario che siano rispettati determinati requisiti, sia al momento della richiesta che in fase di godimento. Dette condizioni essenziali sono:

  • 67 anni di età compiuti;
  • stato di bisogno economico;
  • cittadinanza italiana o equiparata;
  • residenza effettiva in Italia da almeno 10 anni;
  • reddito personale non superiore a 6.542,51 euro all’anno (13.085,02 euro se si tratta di persona coniugata).

L’importo che l’Inps riconosce è rivalutato ogni anno in base al tasso di inflazione. Per il 2023 ammonta a 503,27 euro ed è corrisposta anche la tredicesima a dicembre. Tuttavia, l’assegno sociale può essere sospeso o revocato in qualsiasi momento al momento della perdita anche solo di uno dei requisiti di cui sopra.

Andare in pensione senza contributi

L’assegno sociale è dunque una prestazione alternativa alla pensione di natura prettamente assistenziale. Non è cumulabile con quest’ultima, ma concorre al raggiungimento della soglia minima dei 503,27 euro al mese se la pensione non è sufficiente.

La prestazione è, tuttavia, cumulabile con l’indennità di accompagnamento. Per coloro che versano in gravi condizioni di salute e sono state giudicate invalide civili al 100%, beneficiano anche della misura economica che vale oggi 527,16 euro al mese. Entrambe le prestazioni assistenziali, se sommate, danno origine a un importo mensile di oltre 1.000 euro al mese.

L’assegno sociale, come recita la normativa in vigore, può essere percepito in misura intera o ridotta. Percepisce la prestazione in misura intera colui che non è coniugato e non possiede alcun reddito, oltre a colui che è coniugato ma ha un reddito familiare inferiore all’importo annuo dell’assegno. Cioè 6.542,51 euro.

Ha invece diritto all’assegno in misura ridotta colui che non è coniugato e ha un reddito inferiore all’importo annuo dell’assegno. O il soggetto coniugato che ha un reddito familiare compreso tra l’importo annuo dell’assegno e il doppio dell’importo annuo dello stesso. Cioè 13.085,02 euro.

Riassumendo…

  • Chi non ha contributi sufficienti per la pensione ordinaria può chiedere l’erogazione dell’assegno sociale all’Inps
  • L’assegno sociale è erogato mensilmente dall’Inps a 67 anni di età nel rispetto di particolari requisiti economici e anagrafici.
  • La prestazione è temporanea e non è cumulabile con la pensione.
  • Può, invece, essere cumulata con l’indennità di accompagnamento.