Perché una domanda su quattro dell’assegno di inclusione viene respinta? Come canta Ultimo con il brano Racconterò di te: “Le volte che ho respinto e dicevano, “Sei un viziato”. Perché ho sempre avuto tutto e amato ciò che mi è mancato. Vaglielo a spiegare a chi predica soltanto, che è proprio chi ha avuto il pane che desidera qualcos’altro”.

Le cose, purtroppo, non vanno sempre come ci auguriamo. Prima o poi capita a tutti di dover fare i conti con qualche “no“.

Una situazione indubbiamente non piacevole, che porta a chiedersi quale sia il motivo alla base di un rifiuto. Lo sanno bene tutti coloro che si sono visti respingere la domanda per l’assegno di inclusione e che si chiedono, appunto, perché non possono accedere al nuovo sussidio.

Assegno di inclusione: perché una domanda su quattro è respinta

A partire dal mese di gennaio 2024 il reddito di cittadinanza è stato rimpiazzato definitivamente dall’Assegno di Inclusione. Quest’ultimo è riconosciuto alle famiglie con all’interno un minore, una persona disabile o over 60. Bisogna inoltre avere un Isee inferiore a 9.360 euro e reddito familiare pari a massimo 6 mila euro annui. Questo limite si moltiplica per il parametro di scala di equivalenza e di conseguenza può risultare più elevato. Diversi i soggetti che ne hanno fatto richiesta, non tutti, però, hanno ottenuto un riscontro positivo. A tal proposito, come spiegato sul sito dell’Inps:

“Le domande lavorate (pervenute entro i primi giorni di gennaio) sono state 446.256, di cui 418.527 con PAD sottoscritto. Dai controlli preventivi effettuati, è emerso che:

  • 12.222 domande necessitano di un supplemento di istruttoria per l’acquisizione della certificazione attestante il requisito richiesto ai fini del riconoscimento della misura. L’INPS, acquisita la certificazione, potrà procedere al pagamento dal prossimo 15 febbraio o comunque entro 60 giorni qualora non pervenga la certificazione da parte degli enti preposti;

  • 1.140 in istruttoria per controlli interni dell’Istituto (accertamenti antifrode);

  • 117.461 domande sono state respinte per mancanza di requisiti. Tra le principali cause risultano: esito negativo sopra soglia su DSU, superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell’attività lavorativa”.

Assegno di Inclusione: primi pagamenti al via

Il 26 gennaio 2024 sono partiti i primi pagamenti dell’Assegno di inclusione, andando a coinvolgere una platea di 287.704 nuclei familiari.

Tale misura è riconosciuta alle famiglie che hanno presentato apposita richiesta e sottoscritto il Patto di attivazione digitale entro i primi giorni di gennaio. Il tutto previo superamento dei controlli preventivi sui requisiti previsti dalla normativa vigente. Ai soggetti interessati si è inviato un SMS con l’invito a recarsi presso un ufficio postale per il ritiro della Carta di inclusione su cui si è accreditato il nuovo sussidio.

L’importo medio riconosciuto è pari a 645,84 euro. Come spiegato sempre sul sito dell’istituto di previdenza, c’è tempo fino al 31 gennaio per inviare la richiesta per l’Adi. Una volta superati i controlli e sottoscritto il PAD, il pagamento avrà luogo già a partire dal 15 febbraio. Ma non solo, coloro che sottoscriveranno il PAD entro il 31 gennaio hanno diritto anche al pagamento inerente il mese in corso. In caso di dubbi, comunque, si consiglia di rivolgersi a un Caf, ad un Patronato o direttamente all’Inps per avere delucidazioni in merito.