Opzione Donna potrebbe essere arrivata al capolinea. Il noto anticipo pensionistico riservato alle lavoratrici dipendenti e autonome, dopo 10 anni di continui rinnovi, potrebbe subire lo stop definitivo con la legge di bilancio 2024. La misura confluirebbe (si fa per dire) in Ape Sociale con requisiti agevolati.

Secondo indiscrezioni che trapelano da ambienti governativi, dopo il recente incontro avvenuto al Ministero del Lavoro coi sindacati, Opzione Donna sarebbe sulla via del tramonto. Già lo scorso anno la manovra finanziaria ne aveva ridotto drasticamnete l’accesso limitandolo a caregiver, invalide, licenziate o dipendenti di aziende in crisi.

Oltre ad innalzare il requisito dell’età pensionabile a 60 anni.

Opzione Donna verso la soppressione

Una riforma che aveva avvicinato molto Opzione Donna a quanto già previsto da Ape Sociale, l’altra misura di anticipo pensionistico previsto per lavoratori in condizioni di disagio sociale. Sebbene con requisiti anagrafici e contributivi diversi, Ape Sociale prevede sostanzialmente il possesso degli stessi requisiti soggettivi per beneficare della prestazione anticipata da parte dell’Inps. Al punto che Opzione Donna è oggi diventata un doppione di Ape Sociale.

In buona sostanza, quindi, dal 2024 Opzione Donna potrebbe sparire, o meglio, non essere più rinnovata a fine dicembre 2023. In alternativa, per le lavoratrici dipendenti e autonome resterebbe solo Ape Sociale che prevede l’uscita con 30 anni di contributi (riducibili fino a 28 in presenza di figli) a 63 anni di età.

Requisito quest’ultimo che potrebbe, però, scendere a 61 anni proprio per tutelare maggiormente le donne all’accesso della pensione anticipata. Per gli uomini, invece, non cambierebbe nulla, la soglia anagrafica resterebbe quella del compimento dei 63 anni di età con almeno 30 anni di contributi. Sempre nel caso di caregiver, disoccupati, invalidi e dipendenti di aziende in crisi.

Donne in pensione a 61 anni, vantaggi e svantaggi

Con la riduzione del requisito anagrafico a 61 anni per le donne che potranno accedere ad Ape Sociale il governo tende a far vedere il bicchiere mezzo pieno.

In realtà, però, è mezzo vuoto. Se si considera che solo nel 2022 le lavoratrici andavano in pensione con Opzione Donna a 58 anni (59 le autonome), il salto in avanti sarà alla fine di tre anni pieni. A tutto vantaggio dello Stato che punta ad allungare l’età pensionabile per tagliare i costi delle pensioni.

Lo stesso dicasi per i requisiti contributivi. Con Opzione Donna oggi servono 35 anni di versamenti, mentre con Ape Sociale ne basteranno 30 (anche fino a 28 in presenza di figli) . Un vantaggio per coloro che hanno pochi contributi alle spalle, ma anche per l’Inps che liquiderà la pensione su un montante più basso. Quindi un duplice vantaggio per chi deve pagare.

D’altra parte, le lavoratrici che potranno andare in pensione anticipata con Ape Sociale avranno dalla loro il superamento di quella discriminante che si era venuta a creare a inizio anno, in occasione della riforma di Opzione Donna, fra coloro che hanno figli e coloro che non ne hanno. Le prime possono oggi uscire da lavoro anche a 58-59 anni, mentre le seconde solo a 60.

Da Opzione Donna ad Ape Sociale: in pensione con meno soldi

C’è poi la questione economica. Opzione Donna prevede oggi la liquidazione della pensione anticipata solo con il ricalcolo contributivo, piùpenalizzante, mentre Ape Sociale anche con quello retributivo. Il punto però è un altro: mentre nel primo caso si tratta di una pensione vera e proria, nel secondo no. Ape Sociale prevede infatti l’eorgazione di una prestazione previdenziale calcolata sulla base dei contributi versati e in base all’età anagrafica su 12 mesilità (non 13) fino a 67 anni. E, cosa peggiore, l’assegno non è rivalutabile negli anni e nemneno cumulabile con altri redditi da lavoro, se non in misura limitata.

Riassumendo…

  • Opzione Donna potrebbe essere arrivata al capoilinea quest’anno.
  • Per le lavoratrici caregiver, disoccupate, invalide e licenziate resterebbe solo Ape Sociale.
  • Il requisito anagrafico potrebbe scendere da 63 a 61 anni di età dal 2024.
  • Più svantaggi che svantaggi dalla riforma pensioni per le donne.