Prevale il pessimismo sulla riforma pensioni. La caduta del governo Draghi conferma lo scenario già tracciato da tempo: il ritorno pieno e per tutti alle regole Fornero dal 2023. Difficile che si faccia in tempo a introdurre novità.

Dal prossimo anno, quindi, si andrà tutti in pensione a 67 anni? E’ molto probabile – fanno notare i sindacati – anche se la speranza che qualcosa si riesca a introdurre nella legge di bilancio 2023 è l’ultima a morire. Di certo Quota 102 terminerà a fine dicembre.

Dal prossimo anno tutti in pensione a 67 anni?

Con la fine di Quota 102 a fine anno verrà meno l’unica possibilità di anticipare l’uscita rispetto a quanto previsto per il pensionamento ordinario. Cioè uscita a 67 anni di età o, in alternativa, con 41-42 anni e 10 mesi di contributi.

Sullo sfondo restano poi due deroghe da confermare: Ape Sociale e Opzione Donna. La prima dovrebbe essere quasi sicuramente confermata e, magari allargata. Per farlo è necessario un semplice passaggio parlamentare che riprenda quanto già avviato con l’allargamento della lista dei lavoratori usuranti.

Per quanto riguarda, invece, Opzione Donna le cose sono un pochino più complicate. Bruxelles non vede di buon occhio il pensionamento anticipato a 58-59 anni per le lavoratrici. Anche se il calcolo della pensione risulta penalizzante e quindi impatta meno sul bilancio statale, l’età di uscita è troppo bassa.

La proroga al 2023 di Opzione Donna è, tuttavia, probabile ma non scontata. Una nuova maggioranza parlamentare e un governo diverso potrebbe cambiarne radicalmente i connotati. E non è detto che sia in meglio.

La riforma mancata

In attesa della formazione di un nuovo esecutivo, i tempi per varare una riforma pensioni entro fine anno restano stretti. L’unica strada che i sindacati intravvedono per mitigare l’impatto col ritorno alla Fornero dal 2023 è quello di introdurre dei mini correttivi. Così si potrebbe arrivare a una Quota 103 o anche Quota 104.

Più difficile che si riesca a fare, come suggerito dall’Inps, anche se i propositi sono più che validi.

La proposta del presidente Pasquale Tridico su una uscita flessibile a basso impatto finanziario avrebbe comunque poche chances di trovare accoglimento in un nuovo scenario politico.