La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024), ha introdotto significativi cambiamenti sul fronte delle agevolazioni fiscali per i nuclei familiari, in particolare per quanto riguarda la detrazione figli a carico.
Il nuovo impianto normativo modifica profondamente i criteri con cui è possibile beneficiare di queste detrazioni, specialmente per le famiglie con figli adulti.
Detrazione figli a carico: regole in vigore fino al 2024
Fino al 31 dicembre 2024, la normativa fiscale prevede una distinzione basata fondamentalmente sul reddito del figlio per determinare l’accesso alla detrazione. Il criterio fondante è il superamento o meno di specifiche soglie reddituali, indipendentemente dall’età, con alcune eccezioni.
In particolare, fino al periodo d’imposta 2024, l’IRPEF può essere ridotta da parte del genitore a condizione che il figlio presentasse un reddito annuo:
- non superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili), per i figli di qualsiasi età;
- non superiore a 4.000 euro (sempre al lordo degli oneri deducibili), per i figli con età inferiore ai 24 anni.
Ricordiamo anche che, l’introduzione dell’assegno unico universale ha progressivamente ridisegnato il quadro degli strumenti di sostegno. Questo strumento, che ha sostituito le detrazioni IRPEF per i figli fino a 21 anni, ha ridotto notevolmente la platea dei beneficiari della tradizionale detrazione per figli a carico, limitandola ai figli che hanno superato tale soglia di età.
Cosa cambia dal 2025: nuove detrazioni per fasce d’età e figli disabili
Dal periodo d’imposta 2025, entrano in vigore nuove regole che riformulano in modo netto il meccanismo di riconoscimento della detrazione figli a carico. Il nuovo criterio adottato dal legislatore è quello anagrafico, non più legato solo al reddito del figlio.
Secondo quanto stabilito dalla Legge n. 207/2024 (Legge bilancio 2025), la detrazione è riconosciuta in misura fissa pari a 950 euro per ciascun figlio:
- con età compresa tra i 21 e i 30 anni;
- di età pari o superiore a 30 anni, ma solo in presenza di disabilità certificata ai sensi della legge n. 104/1992.
Fermo restando il requisito reddituale (2.840,51 euro ovvero 4.000 euro) questa misura rappresenta una svolta importante nella disciplina fiscale. Per la prima volta viene definita una soglia anagrafica rigida oltre la quale, salvo disabilità, non è più possibile accedere alla detrazione. Il superamento dei 30 anni, in assenza di invalidità riconosciuta, comporta la perdita automatica del beneficio.
La detrazione figli a carico non scompare del tutto dopo i 30 anni
Nonostante l’esclusione formale dalla detrazione figli a carico per chi ha superato i 30 anni senza disabilità, resterebbe comunque una possibilità per le famiglie di godere di agevolazioni fiscali in determinate circostanze.
In attesa della circolare esplicativa con i chiarimenti ufficiali sulla legge di bilancio 2025, come riportato per ora in un quesito pubblicato sul quotidiano online dall’Agenzia delle Entrate, anche nel caso in cui venga meno la detrazione ordinaria, sembrerebbe rimanere valida la possibilità di detrarre le spese sostenute per il figlio, purché questi rispetti la soglia reddituale prevista, ovvero un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro.
In pratica, se il figlio adulto (oltre i 30 anni) sarebbe fiscalmente a carico per effetto del basso reddito, il genitore potrebbe comunque portare in detrazione le spese sostenute in suo favore, come ad esempio quelle mediche o universitarie.
Riassumendo
- Dal 2025 la detrazione figli a carico si basa sull’età, non solo sul reddito.
- Spetta una detrazione fissa di 950 euro per figli tra 21 e 30 anni.
- Oltre i 30 anni, la detrazione vale solo se il figlio è disabile.
- Fino a 21 anni, la detrazione è sostituita dall’assegno unico universale.
- Sarebbe possibile detrarre spese per figli over 30 con reddito sotto 2.840,51 euro.