Fedez attacca la moglie (quasi ex) Ferragni sul Balocco: perché l’influencer è l’unica a pagare?

Fedez canticchia parte di un brano con ovvio riferimento al caso Balocco che ha travolto immagine e business dell'ormai ex moglie Ferragni.
4 mesi fa
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Caso Balocco non fa affatto male ai conti della società dolciaria
Caso Balocco non fa affatto male ai conti della società dolciaria © Licenza Creative Commons

Nessuno avrebbe immaginato a ridosso di Natale che del regno dei Ferragnez di lì a breve non sarebbe rimasto nulla. La coppia è scoppiata subito dopo che l’immagine di lei, Chiara Ferragni, è stata travolta dal caso Balocco. Il famigerato “pandoro-gate” ha sbriciolato un impero mediatico, un business plurimilionario, l’immagine apparentemente inossidabile di una coppia di imprenditori digitali, artisti e benefattori un tanto al chilo. Ed è il modo in cui tale impero si è dissolto ad avere lasciato un po’ tutti con la bocca aperta: insulti e frecciatine su social, tv e giornali tra gli ormai (non ufficialmente) ex moglie e marito, “shit-storm” senza fine per lei, che hanno preso di mira i suoi profili social e il business, manager fidato che va via sbattendo la porta, indagini per pubblicità ingannevole, truffa aggravata e lui finito nel mirino persino per un pestaggio.

Pandoro-gate travolge business Ferragni

Tutto ciò che sarebbe potuto andare storto, è andato storto. Adesso, lei sta con un altro – tale Silvio Campara, amministratore delegato di Golden Goose – mentre lui è tornato a fare vita in giro per l’Italia. Pochi giorni fa, approfittando delle ferie estive, il negozio di Chiara Ferragni a Milano aperto nel 2017 in via Capelli tra corso Como e piazza Gae Aulenti, ha chiuso battenti. Le vendite erano ormai inesistenti. I prodotti a marchio Ferragni non si vendono più da nessuna parte, neanche a prezzi di saldo. Sono diventati oggetto di stigmatizzazione sociale, tant’è che gli stessi commercianti ci pensano due volte prima di esporli in bella vista nelle vetrine o di proporli ai clienti.

Boom di ricavi e utili per Balocco

Eppure Balocco ha chiuso il 2023 con ricavi in crescita del 25% a 254 milioni e un utile più che raddoppiato a 17 milioni. Strano a dirsi, visto che il crollo dei Ferragnez è partito da lì. Il gruppo dolciario aveva stretto un accordo di sponsorizzazione nel 2022.

L’influencer avrebbe pubblicizzato i suoi pandori, mentre la società di Fossano avrebbe donato una somma all’ospedale Regina Margherita in favore dei bambini malati di osteosarcoma e sarcoma di Ewing. Tuttavia, Ferragni pubblicizzò l’iniziativa come se l’entità della donazione fosse legata alle vendite dei pandori. Per questo nel dicembre dello scorso anno l’Antitrust comminò una sanzione a carico di lei per oltre 1 milione di euro e di Balocco per 420 mila euro. L’accusa è stata di pubblicità ingannevole.

E’ vero che la notizia sia diventata di dominio pubblicò a una decina di giorni dal Natale, quando gran parte delle vendite presumiamo fosse già stata realizzata. Ed è altrettanto vero che ci vuole tempo per digerire una notizia del genere e reagire in qualità di consumatori. Tuttavia, anche per quanto abbiamo visto successivamente, Balocco non è finita nel mirino dell’indignazione pubblica. Non è stata attaccata sui social, se non forse marginalmente. L’unica a pagare per la vicenda è stata Chiara Ferragni.

Disparità di trattamento sui media?

Certo, è emerso dalle email che il gruppo dolciario piemontese fosse contrario al tipo di comunicazione prescelto dalle società controllate dall’influencer per pubblicizzare l’iniziativa benefica. In buona sostanza, parrebbe che la vera colpa di Balocco sia stata di non aver saputo reagire, forse per timore che l’allora potentissima Ferragni avrebbe rescisso la collaborazione. Basta questo per spiegare la disparità di trattamento? Il punto è che l’imprenditrice digitale aveva fondato il suo successo interamente sull’immagine. E questa è venuta rovinosamente meno al primo inciampo.

Il resto lo ha fatto la cattiva gestione della crisi aziendale. Ferragni è apparsa non autentica nelle scuse, avida di successo, insomma falsa. E se con il tempo ad attaccarla in pubblico ci si mette anche il marito, la frittata è fatta. Questi non ha trovato di meglio che canticchiare a Porto Rotondo, Sardegna, un pezzo del nuovo singolo con Nick Salvage, rapper del momento.

La strofa dice “Panettone, ma non è Balocco” con un chiaro riferimento all’origine dei guai di lei. In una storia pubblicata precedentemente, era stato possibilmente più esplicito:

E’ solo una gara a chi nasconde meglio la merda sotto il tappeto, io ho deciso di cagarvi in salotto. Buona recita

Fatti e parole non contano più

Pare che quest’ultima frase fosse riferita al tentativo della madre dei suoi due figli di rifarsi il look a fianco di un nuovo compagno dall’immagine più rassicurante. Ma torniamo alla domanda di prima: perché Balocco non ha pagato quanto Ferragni sul pandoro-gate? Il punto è che nella società dei social, non importano quasi più i fatti e le parole, bensì chi rispettivamente li compie e le pronuncia. Guia Soncini su Linkiesta ha pubblicato un articolo illuminante al riguardo. Ha citato il caso Fedez, ma si è concentrata essenzialmente sull’ex presidente americano Barack Obama. Alla convention democratica, ha rubato la scena alla stessa Kamala Harris con un discorso farcito di battute, che ad altri “impresentabili” sarebbero costate durissime reprimende pubbliche.

Obama ha fatto intendere che Donald Trump abbia qualche problema con le dimensioni del suo organo genitale, mostrandosi ossessionato dall’entità delle folle che presenziano ai suoi comizi. E al riguardo ha persino fatto un gesto inequivocabile. La battutaccia è stata giudicata dai media figlia di una brillante arte oratoria, anziché essere bollata per quello che è stata: volgare. E’ la conferma, spiega Soncini, che conta chi proferisce certe parole, non il contenuto delle parole stesse.

Balocco ha sfangato la crisi

Nel caso Balocco è accaduto qualcosa di simile. Ferragni è finita nel tritacarne dei media, insieme al suo business, non per il fatto in sé, bensì perché a compierlo è stato proprio lei, imprenditrice digitale da sempre soltanto tollerata negli ambienti progressisti per le sue battaglie idealmente compatibili.

Appena c’è stata la possibilità di affossarla, lo si è fatto senza problemi. Non stiamo difendendo né l’operato, né la figura di Ferragni. Stiamo solo limitandoci ad osservare che più sui fatti hanno prevalso i nomi. Balocco macina ricavi e utili, nonostante il suo nome sia legato al tracollo dei Ferragnez. E chissà che parte dell’opinione pubblica non le sia persino grata.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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