Anche oggi tonfo in borsa per le azioni di Banca Monte Paschi di Siena. Il titolo perdeva a metà mattinata il 3,6%, scendendo a 2,47 euro. Ad agosto, aveva sfiorato i 2,80 euro. Il calo è collegato alle voci di un’uscita imminente del Tesoro dal capitale. Secondo indiscrezioni di stampa riportate da Il Messaggero, il governo avrebbe assunto Equita come advisor per la cessione di un 5-10% entro la prima decade di ottobre. Una percentuale che consentirebbe al Tesoro di restare azionista di maggioranza e al contempo gli permetterebbe di incassare liquidità preziosa per fare quadrare i conti pubblici in questa fase, nonché di segnalare all’Unione Europea la volontà di uscire dal capitale.

Ipotesi terzo polo bancario

Bruxelles ha imposto a Roma di cedere l’intero capitale di Banca Monte Paschi quest’anno o entro il prossimo. In teoria, la scadenza sarebbe entro il 30 giugno 2024. Il governo Meloni è intenzionato a fondere l’istituto con Banco BPM e/o BPER. Tuttavia, il primo continua a reagire negativamente a tale sollecitazione, sostenendo di voler adottare una strategia standalone. Bocche cucite dal secondo. Una fusione creerebbe un terzo polo bancario, sfidando il duopolio rappresentato sul mercato domestico da Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Sembra escluso per il momento che Unicredit riapra il dialogo con il governo per accollarsi Banca Monte Paschi. Il CEO Andrea Orcel abbandonò il tavolo delle trattative con il governo Draghi nell’autunno del 2021 dopo essere entrato in data room. Il problema per la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta nel fatto di non disporre di chissà quali armi di persuasione, essendo lo stato azionista solo della banca senese.

Monte Paschi in utile e corre in borsa

D’altra parte, ora come ora non esisterebbe neppure l’impellenza a vendere. Monte Paschi è tornato in utile: 619 milioni di euro nel primo semestre contro 53,1 milioni dello stesso periodo del 2022.

L’aumento dei tassi di interesse fa bene al sistema bancario, che può maturare maggiori margini sui prestiti. Inoltre, in borsa il titolo guadagna il 28% quest’anno e la capitalizzazione complessiva è salita a 3,4 miliardi. Il 64,23% in mano al Tesoro varrebbe, quindi, sopra 2 miliardi. Nell’autunno passato, lo stato aveva iniettato altri 1,6 miliardi per partecipare pro-quota alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi.

In altre parole, tutto sta procedendo per il meglio, se non fosse che nessun pretendente si sia fatto avanti. Da qui la decisione di vendere “a pacchetti” Banca Monte Paschi. Fino al 10%, secondo fonti ben informate, il Tesoro riterrebbe di poter dimagrire la propria presenza nel capitale senza colpire eccessivamente le azioni in borsa. La speranza sarebbe anche di riuscire a guadagnare tempo con la Commissione. Vendendo una o più quote, verrebbe meno la pressione di Bruxelles per l’uscita totale dello stato dal capitale.

[email protected]