Quando la settimana entrante Andrea Orcel presenterà i conti di Unicredit per il 2022, avrà alle spalle esattamente due anni di mandato come CEO. Era la fine di gennaio del 2022, infatti, quando Palazzo Gae Aulenti gli affidava l’incarico di sostituire Jean-Pierre Mustier. Che fosse un cavallo di razza nel panorama dei banchieri europei, lo si sapeva. Proprio per questo la scelta ricadde sul suo nome. Ma che avrebbe portato risultati tangibili e pesanti in breve tempo, forse lo immaginavano in pochi.

Orcel potrà festeggiare i suoi primi due anni a capo della seconda banca italiana con un raddoppio di valore per le azioni Unicredit. Le trovò a 7,56 euro e venerdì scorso stavano a circa 15,80 euro. Un +109% che a tutti gli effetti deve essere riconosciuto proprio al suo operato.

Boom azioni Unicredit sotto Orcel

Nello stesso biennio, Piazza Affari è salita del 21,5% e Intesa Sanpaolo meno del 30%. Lo stesso Euro Stoxx Banks ha messo a segno un rialzo del 54%, la metà di quello registrato dalle azioni Unicredit. Nel 2021, la banca ha maturato un utile netto di 1,54 miliardi di euro. In attesa di conoscere i risultati del 2022, primo anno di gestione Orcel per intero, il mercato stima un utile netto di 5 miliardi. Il 2020 si era chiuso in perdita netta di 2,8 miliardi.

E dire che lo scorso anno sui conti Unicredit hanno pesato le vicissitudini russe. Ciononostante, la banca è stata in grado di distribuire un dividendo pari a 53 centesimi per azione e per un ammontare complessivo di 1,17 miliardi sui risultati dell’esercizio precedente. Comprendendo anche il buyback (riacquisto) azionario, agli azionisti è stato corrisposto valore per 3,75 miliardi. Per il 2023 e sui risultati del 2022, gli analisti si aspettano un dividendo di 77 centesimi per azione. La banca ha deliberato con il suo nuovo piano industriale di distribuire al 2024 16 miliardi di euro agli azionisti tra dividendi e buyback.

Creato valore per 16 miliardi in borsa

E a 16 miliardi ammonta l’aumento di valore delle azioni Unicredit sotto Orcel. Venerdì, la capitalizzazione in borsa saliva a 30,54 miliardi dai 14,50 di inizio mandato. Le distanze con Intesa-Sanpaolo sono state accordiate da 20 a 14 miliardi nel biennio. Il punto di forza del CEO risiede nella gestione orientata ai risultati. Nell’autunno del 2021, Orcel ebbe il coraggio di alzarsi dal tavolo delle trattative dopo essere stato ammesso dal Tesoro in data room per rilevare Monte Paschi di Siena (MPS). E dall’altra parte del tavolo c’era un banchiere molto rispettato, l’ex premier Mario Draghi.

In realtà, Orcel non ha escluso aprioristicamente di tornare a trattare su MPS, ma sulla base di condizioni convenienti per Unicredit. Insomma, nessuna operazione di sistema per strizzare l’occhio a questo o quel governo. D’altra parte, dopo l’era Mustier Unicredit sta riprendendosi la scena sul mercato domestico. Sotto il francese, sembrava destinata a recidere progressivamente il legame con l’Italia. Sotto Orcel, invece, i prestiti sono aumentati da 415 a 431,3 miliardi e i depositi della clientela da 460 a 486,14 miliardi (dati al 30 settembre 2022). In entrambi i casi, si tratta di un andamento leggermente migliore della media del mercato italiano.

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