Come stiamo vedendo da diverse settimane con lo spread, il mercato ha iniziato a scontare una riduzione del costo del denaro. La Banca Centrale Europea (BCE) quasi certamente farà un annuncio in tal senso entro giugno. La recessione attesa per l’economia tedesca con i dati sul Pil nel primo trimestre va in questa direzione. E i tassi sui mutui ipotecari si portano avanti. L’ultimo rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana segnala che a febbraio le nuove erogazioni legati alle abitazioni hanno applicato un tasso medio del 3,90%.

A gennaio era stato del 3,98% e a dicembre del 4,42%. Questo significa che in appena due mesi contrarre il mutuo comporta un risparmio sugli interessi di oltre mezzo punto percentuale.

Tassi sui mutui giù, in attesa del taglio BCE

Si tratta certamente di una buona notizia per le famiglie italiane. E nuovi cali saranno possibili nei prossimi mesi, man mano che l’intera struttura dei tassi di interesse si avviterà verso il basso. La fase critica è stata superata. Entro fine anno, il mercato si aspetta un calo dei tassi di almeno l’1% rispetto ai livelli sinora fissati dalla BCE. Vediamo di capire cosa abbiano già comportato queste aspettative, in relazione ai tassi sui mutui.

Benefici per le famiglie dal calo dei tassi sui mutui

Benefici per le famiglie dal calo dei tassi sui mutui © Licenza Creative Commons

Calcolo dei risparmi medi

A dicembre, l’erogazione media è stata di 152.550 euro e per un periodo di poco superiore ai 26 anni. Sempre in media, quindi, contraendo il prestito al 4,42% sopra indicato, una famiglia avrà pagato una rata mensile di 823 euro. A seguito del calo dei tassi sui mutui, la rata mensile contratta nel mese di febbraio risulterebbe scesa sotto i 780 euro. Un risparmio nell’ordine dei 44 euro al mese, che sfiora i 530 euro all’anno e i 13.730 euro nell’intero periodo di ammortamento.

Non ci stiamo occupando circa la tipologia del prestito, se a tasso variabile o fisso. Il nostro intento consiste semplicemente nel fornire indicazioni di tendenza.

Dunque, il solo anticipo del calo dei tassi sui mutui si sarebbe tradotto in un sollievo complessivo per le famiglie italiane pari al 9% del capitale preso in prestito. Ovviamente, bisogna capire se il beneficio sia effettivo o se le banche non stiano stringendo i cordoni delle borse. Fenomeno tipico delle fasi critiche. In effetti, nello stesso rapporto Abi altri numeri non depongono a favore dell’economia italiana. A febbraio, i prestiti a famiglie e società non finanziarie risultano scesi di 4 miliardi a 1.279 miliardi (-2,7% annuo).

Prestiti bancari ancora in calo

Nello stesso mese, i depositi delle famiglie in banca sono cresciuti di 2,1 miliardi a 1.767,4 miliardi (-1,1 annuo). Sapete cosa vuol dire? Le banche italiane hanno prestato solamente il 72,4% della liquidità teoricamente a loro disposizione, meno del 72,7% del mese precedente e del 74% di un anno prima. E questa è una cattiva notizia. Hai voglia a dire che i tassi sui mutui e, più in generale, sui prestiti stanno scendendo, se poi i clienti non vedono il becco di un quattrino.

Tutto ciò non accade a sproposito. A gennaio, le sofferenze nette sono risalite a 17,5 miliardi, l’1,04% degli impieghi. Sia in termini assoluti che percentuali, il dato si è portato ai massimi dal novembre scorso. In altre parole, nulla a che fare con i massimi toccati nel 2015, quando il volume dei crediti deteriorati toccò i 360 miliardi, riguardando un quinto dei prestiti erogati. E se le banche stanno riuscendo a superare molto bene la crisi di questi anni, è essenzialmente perché sono più robuste sul piano patrimoniale e anche più caute. Prestano denaro a chi possiede solide garanzie. Si rischia il paradosso, di cui spesso abbiamo parlato, di dare soldi a chi già ce li ha e di negarli a chi ne ha bisogno per investire o comprare casa.

Prezzi case in crescita, malgrado l'aumento dei tassi

Prezzi case in crescita, malgrado l’aumento dei tassi © Licenza Creative Commons

Calo tassi sui mutui benefico per il mercato immobiliare

Al netto di tutte queste considerazioni, è innegabile che il calo dei tassi sui mutui abbia effetti doppiamente benefici per l’economia italiana. Consente l’accesso al credito e risparmi anche notevoli alle famiglie da una parte e risolleva il mercato immobiliare dall’altra. Nei primi nove mesi dell’anno scorso, le compravendite sono scese dell’11,8% a 507.879 unità. Una ripresa a breve non è nelle attese. Drastico risulta la contrazione per gli acquisti assistiti da garanzia ipotecaria (mutuo). Sta comprando chi ha liquidità da spendere, magari approfittando dei cali dei prezzi. Va detto, tuttavia, che in media a febbraio su base nazionale si è registrato un loro aumento dell’1,6%, il doppio dell’inflazione (dati Immobiliare.it).

D’altra parte, i prezzi delle case dalla fine del 2021 risulterebbero aumentati mediamente del 4,5% contro un’inflazione italiana del periodo quasi tripla (+12,3%). Le abitazioni hanno perso valore in termini reali. E questo accresce il loro appeal. La discesa dei tassi sui mutui contribuirà a rilanciarne gli acquisti tra i giovani e i redditi più bassi, ammesso che le banche vogliano accoglierli in filiale.

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