La Banca Centrale Europea (BCE) non era mai stata così impopolare fino ad ora nel Sud Europa. La sua politica monetaria restrittiva inizia a preoccupare l’industria, come dimostra il crollo della produzione di questi mesi. L’aumento dei tassi d’interesse sta avendo i suoi effetti nel contrarre l’attività economica e tirare un po’ giù l’inflazione. A giugno, nell’Eurozona è scesa al 5,5%, pur sempre oltre due volte e mezza il target. Tra le altre cose, l’inflazione di fondo è tornata leggermente a salire.

Al netto di energia e generi alimentari, la crescita dei prezzi non rallenta il passo. Coloro che hanno contratto un mutuo a tasso variabile di recente, in questo momento guardano con apprensione a ogni annuncio di Francoforte. Comprensibilissimo. D’altra parte è arrivato il momento per l’opinione pubblica di prendere atto che o accetta tassi d’interesse più alti o smette di lamentarsi per i prezzi delle case alle stelle.

Bolla immobiliare con era tassi bassi

E’ da molti anni che in tutta Europa si parla di rischio bolla immobiliare. Il fenomeno non è un’esclusiva dell’Eurozona, riguardando particolarmente la Scandinavia e tutte le grandi città del Nord America. Sta di fatto che i prezzi delle case fossero rimasti sostanzialmente invariati in Germania, prima economia continentale, da inizio anni Novanta fino al 2010. Negli ultimi dieci anni, invece, sono esplosi del 120%. A Berlino la crescita è stata del 150%. E a Francoforte un metro quadrato di un appartamento in periferia costa in media sui 5.800 euro, in centro quasi 8.600 euro. A Monaco di Baviera, si parte da 8.750 e si arriva a 11.800 euro. In pratica, devi essere milionario per permetterti il lusso di comprare casa.

Più moderata è stata la crescita dei prezzi delle case sugli altri mercati principali. Si va dal 30% della Francia al 50% dell’Olanda. In Italia, prezzi in calo rispetto a quindici anni fa.

Dal 2019, invece, c’era stato un recupero del 10% fino all’anno passato. Ma fanno eccezione realtà come Milano. Qui, un immobile costa oggi in media il 43,5% in più di dieci anni fa. E la corsa dei prezzi non accenna a diminuire. A seguito dell’aumento dei tassi, già in Germania i prezzi sono scesi del 5% e in Olanda del 6,5% dal luglio scorso.

Questi dati segnalano un grosso problema. Gli anni del denaro facile, con tassi d’interesse a zero e mutui anche all’1%, hanno provocato un surriscaldamento dei prezzi delle case preoccupante. Esso si è riservato sugli affitti, i cui canoni sono chiaramente saliti. Le famiglie hanno trovato molte difficoltà a tenere il passo con gli aumenti, specie in economie come l’Italia in cui i redditi sono rimasti stabili. La stretta della BCE di questi mesi cerca di porre rimedio agli errori del passato. I mutui stanno rincarando e questo non potrà fare piacere a chi sta cercando di comprare casa oggi ricorrendo al prestito e a chi li ha contratti a tasso variabile da poco tempo. Tuttavia, questo “sacrificio” risulta necessario proprio per dare una calmata ai prezzi delle case.

Prezzi case su con alta domanda

Il mercato immobiliare segue le solite logiche della domanda e dell’offerta. Negli ultimi anni, la disponibilità di nuove case un po’ in tutto l’Occidente si è stabilizzata. Dopo il boom post-bellico, si costruisce sempre meno, anche perché aumentano i vincoli ambientali e cementificare ovunque non è né possibile, né auspicabile. La domanda risente sia delle dinamiche socio-demografiche (nascite, invecchiamento della popolazione, migrazione interna e da e per l’estero), sia del grado di accessibilità al mercato dei mutui. Tassi bassi rendono più facile per una famiglia prendere in prestito denaro con cui comprare un immobile. La conseguenza immediata è che i prezzi salgono e diventa sempre più costoso acquistare casa.

Servono mutui sempre più ingenti per appartamenti o case singole spesso anche di metratura inferiore.

Le scene di protesta dei giovani studenti universitari a Milano contro il caro affitti, in particolare, sono figlie di questo scenario. L’aumento dei tassi mira a contrastare l’inflazione, compresa quella particolarmente odiosa che riguarda il mercato immobiliare. Finché la domanda corre, non possiamo immaginare che i prezzi delle case scendano per il buon cuore degli attuali proprietari. Biasimare la BCE per svolgere il suo mestiere è sbagliato. Avremmo dovuto farlo in passato, quando ci sembrava popolarissimo e senza effetti collaterali la sua politica dei tassi negativi e dell’accesso al credito super-facile. Peccato che i “pasti gratis” non esistano.

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