Siete pronti a festeggiare Halloween? Ok, non è una ricorrenza tipica del calendario italiano. Anche se anni cerchiamo di scimmiottare la tradizione americana, restano gli Stati Uniti la patria di questo evento popolarissimo tra bambini e giovanissimi. Valanghe di dolciumi in tutto il mondo sono consumati per l’occasione. Caramelle e cioccolatini riempiono i sacchetti dei più piccoli, che di casa in casa chiedono “dolcetto o scherzetto?”. La novità di quest’anno è che forse riceveranno meno barrette di cioccolato. Il prezzo del cacao è salito alle stelle, come non mai sin dal 1979.

El Niño colpisce i raccolti

Sul mercato internazionale le quotazioni in settimane sono schizzate a 3.786 dollari per tonnellata. Bisogna andare indietro nel tempo di 44 anni per trovare un valore ancora più alto. Rispetto ad un anno fa, il rincaro sfiora il 65%. E sarebbe tutta colpa di El Niño. Nell’Africa occidentale, dove si produce il 75% del cacao di tutto il mondo, il tempo è stato caldo e asciutto. La pianta, invece, ha bisogno di un certo tasso di umidità per crescere. Dunque, il raccolto è diminuito. L’International Cocoa Board della Costa d’Avorio ha calcolato un deficit di offerta di 100.000 tonnellate per la stagione appena conclusa.

Le esportazioni sono attese in calo del 28,5% nei primi tre mesi della nuova stagione su base annua. Insomma, c’è poco cacao per soddisfare la domanda. I prezzi dei dolciumi negli Stati Uniti sarebbero saliti del 7,5% a ridosso di Halloween, sempre rispetto ad un anno fa. Per quanto la voce non incida più di tanto sul paniere dei beni, resta il fatto che rischi di alimentare l’inflazione proprio quando starebbe per tendere ai valori normali degli anni passati. Anche per questa ragione la National Retail Federation stima acquisti per 3,6 miliardi di dollari durante la festività, in rialzo dai 3,1 miliardi dell’anno passato.

Forti rincari non solo per cacao

Ed è evidente che lo stesso accada prima o poi in Europa.

I costi aumentano e le società che producono dolci dovranno prima o poi rincarare i prezzi o ridurre i propri margini di profitto. Anche perché gli effetti di El Niño dovrebbero protrarsi fino alla prima metà del 2024. In pratica, c’è il serio rischio che venga compromessa anche la prossima stagione. I mercati non possono che scontare un calo dell’offerta prolungato ed esitare quotazioni crescenti. Un problema che sta riguardando tutta una serie di beni di largo consumo, come il caffè e, soprattutto, l’olio di oliva.

Saranno pure i cambiamenti climatici, ma c’è da riconoscere che la sfortuna stia giocando un ruolo dominante in questa corsa dell’inflazione nell’ultimo biennio. Tra tensioni geopolitiche, eventi avversi contro questa e quella “commodity”, sembra che quasi nulla possa più essere acquistato a buon mercato. Per fortuna, non è proprio così. Il FAO Food Price Index segnala un calo annuale del 10,7% per i prezzi alimentari nel mese di settembre a livello mondiale. Tra le categorie monitorate in controtendenza vi è il prezzo dello zucchero, che registra un boom del 48,3%. E anche questo dato contribuisce a rendere ancora più amari i dolciumi sotto Halloween.

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