L’inverno si avvicina e l’Italia piomba nell’incubo per la crisi dell’energia. Milioni di famiglie e imprese italiane hanno il terrore di leggere la bolletta del gas e quella della luce per via dei fortissimi rincari accusati e che sono già stati preannunciati per il trimestre in corso. La situazione è così grave che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha invitato il prossimo governo a guida Giorgia Meloni a varare uno scostamento di bilancio per evitare che l’economia italiana affondi.

In effetti, piaccia o meno, serviranno tantissimi denari per cercare di neutralizzare gli aumenti a carico di cittadini e imprese. L’alternativa sarebbe assistere passivamente alla distruzione dell’industria nazionale e alla chiusura di numerosissime attività commerciali e artigianali. Nel frattempo, milioni di famiglie non riuscirebbero a pagare le bollette.

Le prospettive sono nerissime. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato per Italia e Germania una mini-recessione nel 2023, con il PIL rispettivamente in calo dello 0,2% e dello 0,3%. I numeri rischiano di rivelarsi assai peggiori. Tanto, tanto, tanto peggiori. Berlino ha varato almeno un maxi-piano di 200 miliardi di euro per imporre un tetto al prezzo del gas fino al marzo 2024. E l’Italia di quanti soldi avrebbe bisogno per contenere la bolletta del gas?

Costo tetto a bolletta del gas

Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda rifacendosi ai consumi di gas nel 2021. Nel Bel Paese furono di 76,1 miliardi di metri cubi. In questi giorni, sul mercato olandese il costo della materia prima si aggira intorno ai 160 euro per Mega-wattora. Convertendo da metri cubi, otteniamo che i consumi nazionali l’anno scorso sono stati pari a 803 milioni Mega-wattora. Prima di questa crisi dell’energia, i prezzi del gas oscillavano tra 15 e 30 euro. Prendiamo come riferimento proprio i 30 euro e simuliamo che lo stato italiano voglia riportare la bolletta del gas a tale tariffa massima.

Come farebbe? Similmente alla Germania, potrebbe imporre alle società distributrici un prezzo massimo per metro cubo consumato dai clienti. La differenza tra prezzo di acquisto e prezzo praticato alla clientela la verserebbe lo stato. Oggi come oggi, essa sarebbe pari a circa 130 euro per Mega-wattora. Se tutti i consumi di gas fossero sussidiati, il costo a carico dei conti pubblici ammonterebbe ad oltre 104 miliardi di euro. Siamo al 5,5% del PIL. Non a caso, un valore assai simile a quello del piano tedesco. E c’è da dire che la Germania non sussidia tutti i consumi, bensì fino a una certa soglia. L’eccedenza sarà calcolata ai prezzi di mercato.

Se l’intervento fosse mirato alle sole famiglie, i consumi di gas oggetto di sussidio sarebbero 31,3 miliardi di metri cubi, stando al dato del 2021. Essi equivalgono a 330 milioni di Mega-wattora. Il costo per lo stato si aggirerebbe sui 43 miliardi, circa il 2,3% del PIL atteso per quest’anno. E le imprese? Difficile immaginare di escluderle del tutto da eventuali aiuti. I rincari subiti dalla loro bolletta del gas si trasferiscono sui prezzi al consumo in grossa parte, per il resto determinano la crisi del sistema produttivo.

Consumi di gas sussidiati fino a soglia massima

Un approccio più prudente sul piano fiscale sarebbe di valutare aiuti di fase in fase. Del resto, non è un mistero che la bolletta del gas dipenda ormai dall’andamento della guerra tra Russia e Ucraina. Se questa miracolosamente finisse, sarebbe verosimile una forte discesa del prezzo. Il governo Meloni potrebbe varare un pacchetto di aiuti inizialmente limitato al solo inverno, durante il quale l’Italia consuma il 40% del gas di tutto l’anno. In questo caso, lo stato metterebbe mano al portafogli per “soli” 40 miliardi di euro circa. Pur sempre più del 2% del PIL.

Esisterebbero altre soluzioni intermedie per contenere la bolletta del gas. Sull’esempio tedesco, si potrebbe sussidiare il consumo fino a tot metri cubi per famiglie e imprese. Un modo anche per incentivare il sistema Italia a ridurre i consumi di energia. Il limite di questi aiuti, infatti, consiste nel tenere alta la domanda e paradossalmente fomentare ancora di più la speculazione finanziaria. A fronte di un’offerta in calo e incerta, gli operatori di borsa capiscono che i governi stanno facendo di tutto per tenere invariati i consumi. E questo li incoraggia a scommettere ulteriormente al rialzo sui prezzi man mano che da Mosca arrivano notizie negative.

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