Mancano otto giorni alle elezioni politiche e i partiti entrano nella fase di massima fibrillazione per serrare i ranghi. All’interno del centro-destra, da giorni tiene banco la polemica sullo scostamento di bilancio contro il caro bollette. In autunno, si teme che i prezzi di luce e gas schizzeranno ulteriormente – si prospetta un raddoppio – mandando in crisi migliaia di aziende e mettendo in seria difficoltà milioni di famiglie. Il leader della Lega, Matteo Salvini, da settimane chiede al governo Draghi di intervenire con uno stanziamento di almeno 30 miliardi di euro in deficit.

Il premier Draghi è contrario, perché non vuole provocare tensioni sui mercati finanziari. L’Italia è già nel mirino della speculazione, ora che i tassi d’interesse stanno salendo e gli investitori temono per la sostenibilità del suo debito pubblico.

La posizione di Giorgia Meloni è “draghiana”. La leader di Fratelli d’Italia ritiene che lo scostamento di bilancio debba essere solo “una extrema ratio”. Al suo alleato ha spiegato che servirebbero non 30, bensì 300 miliardi che finirebbero in mano alla speculazione se prima non si contrasta quest’ultima. Qualche giorno fa, si è tolta un sassolino dalla scarpa quando ha notato che Salvini polemizzerebbe più con lei che con gli avversari.

Qual è il vero punto di contrasto? Il caro bollette non c’entra granché. Semplicemente i sondaggi assegnano al centro-destra la vittoria e al suo interno sarebbe Fratelli d’Italia a prendere più voti. Ne consegue che, stando alle regole che si è data la coalizione, Meloni sarebbe indicata premier. Diverrebbe il primo capo di governo donna in Italia. Assumerebbe su di sé la grande responsabilità di guidare il Paese in una fase molto delicata, tra rischio recessione, crisi energetica, inflazione alle stelle, rialzo dei tassi BCE e debito pubblico traballante sui mercati.

Prudenza sui conti contro il caro bollette per Meloni

Meloni non può permettersi un atteggiamento leggero sullo scostamento di bilancio, altrimenti fomenterebbe la speculazione contro i nostri titoli di stato.

Deve mostrare prudente sui conti pubblici e per questo il suo partito sta rassicurando Europa e Oltreoceano sulla politica fiscale del governo che sarà in caso di vittoria. Salvini ha l’esigenza di recuperare quanti più consensi per pesare di più nella coalizione e sperare di restare segretario della Lega, posto che l’ipotesi di superare Fratelli d’Italia non sarebbe più realistica.

In un certo senso, Salvini trova congeniale recitare il ruolo di avversario interno della Meloni, così da attirare a sé tutti i voti di coloro che, pur propendendo per il centro-destra, siano ostili o almeno titubanti alla premiership di Fratelli d’Italia. Se scostamento di bilancio sarà, importante verificare le modalità con cui avverrà. Annunciare a cuor leggero che si faranno altri 10-20-30 miliardi di debiti in una nazione già iper-indebitata non sarebbe una notizia piacevole per gli investitori. Se, invece, il ricorso al debito avverrà solo quando tutte le alternative saranno state valutate e percorse e gli altri governi avranno fatto lo stesso, il discorso parzialmente cambia.

Meloni sta facendo campagna elettorale sin dall’inizio con la statura del futuro premier. Nessuna promessa irrealistica, nessuna frase ad effetto per raccattare voti e con un occhio sempre attento a mercati e cancellerie straniere. Salvini sta giocando un’altra partita. Puntare sullo scostamento di bilancio per lui significa fare “la sinistra” nel centro-destra.

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