E’ sabato mattina, ti rechi al supermercato e fai la spesa per l’intera settimana successiva. Riempi il carrello di prodotti alimentari, casalinghi, compri anche quelle sei tazzine da caffè che avevi adocchiato giorni prima perché quelle ti sei accorto che il servizio che tieni a casa per metà è finito sul pavimento della cucina negli anni. Raggiungi la cassa, fai un bel po’ di fila, perché si sa che nel fine settimana i supermercati sono sempre affollati. Arriva il tuo turno, svuoti il carrello, metti tutto sul rullo.

La cassiera batte lo scontrino. “Busta?”, “Grazie, almeno un paio!”. Fanno tot euro e tot centesimi. “Ammazza”, pensi tra te e te, “non si può più comprare nulla, che prezzi!”. Pazienza. Estrai la carta bancomat dal portafogli, la avvicini al POS e … TRANSAZIONE NEGATA.

OK, calma e sangue freddo. Il battito cardiaco accelera. Ti guardi intorno e speri che nessun cliente in fila dietro di te abbia visto. La cassiera non si scompone. “Riprovi”. Riavvicini la carta bancomat. Sarà la volta buona, ti sussurri dentro di te, mostrando un mezzo sorriso tra l’isterico e l’imbarazzato. E, invece, sempre TRANSAZIONE NEGATA. “Ma è impossibile, ho pagato fino a ieri con questa carta ed era tutto a posto. Il credito c’è”. “Non so cosa dirle”, ribatte una commessa diventata anch’ella un po’ imbarazzata per l’accaduto. “Magari si metta di lato e riprovi tra poco, nel frattempo facciamo scorrere la fila”.

Carte bancomat bloccate per ore

Ti fai mille domande. Tremi al pensiero che qualche giorno prima hai fatto acquisti su un sito online, che magari non era poi così sicuro. “Oddio, mi avranno rubato i dati. E come faccio? Devo andare dai carabinieri a sporgere denuncia”. I pensieri si moltiplicano, ma nella sfortuna sei fortunato. La signora dietro di te prova anch’ella a pagare col bancomat e … TRANSAZIONE NEGATA.

Sei soddisfatto, perlomeno non è un problema specifico tuo. Il conto non te lo hanno svuotato e, soprattutto, non hai fatto la figura del morto di fame che va in giro a fare la spesa senza avere soldi.

La cassiera sentenzia: sarà un disguido tecnico. “Signora, anche lei carta Unicredit?”. “Eh, già”. A posto, il circuito non funziona. E’ accaduto sabato scorso in tutta Italia, specie nella fascia che va dalle ore 11.00 alle 13.00. Il disservizio risulta essere stato risolto alle ore 13.15. Cos’è accaduto di preciso? Non lo si sa ancora bene. Per qualche motivo, i prelievi e i pagamenti con le carte del circuito Bancomat sono stati bloccati per ore. Ad essere colpita principalmente è stata Unicredit, dato che Intesa-Sanpaolo non ha accusato alcun problema in quelle ore per i suoi clienti.

Già nell’aprile scorso era andato in down il circuito Nexi, che gestisce i pagamenti elettronici di numerose società, tra cui Visa, MasterCard, Bancomat, ecc. E quando accade, non è piacevole ritrovarsi improvvisamente senza un euro in tasca. Non puoi comprare nulla, né fare benzina. E’ come se restassi in balia di terzi e di eventi ignoti. Maledici quella volta che non ti sei fermato a fare bancomat per portare a casa un po’ di contanti a sufficienza per il minimo necessario. Chi ambisce ad una società senza banconote e monetine, dimostra una fiducia illimitata in soggetti sfuggenti al proprio controllo.

Pagamenti elettronici OK, ma contante serve

I pagamenti elettronici sono un’ottima cosa. Permettono di pagare velocemente, di ridurre il rischio di furto, espone a minori rischi anche di incolumità fisica e agevolano la lotta all’evasione fiscale. Tutto giusto. Semplicemente, non dovranno mai rimanere senza alternative. Qualsiasi servizio offerto in condizioni di monopolio diventa costoso e qualitativamente scadente, oltre che rischioso.

Se non hai altro modo di usare il tuo denaro, io banca non ho necessità di investire per migliorare la rete dei pagamenti. E, soprattutto, ti carico le commissioni che desidero. Inoltre, se lo stato vorrà, potrà imporre qualsivoglia prelievo forzoso. Lamentati pure, che tanto non potrai fare a meno del conto corrente come strumento di appoggio per i pagamenti con carte bancomat, di credito o app.

Sabato scorso, poi, c’è stata la conferma che quando hai bisogno, il famoso “customer care” delle banche latita. Chiami un numero e una voce elettronica, dopo svariati tentativi, te ne suggerisce un secondo. Componi il secondo e sempre la voce elettronica ti chiede di digitare i dati della carta, salvo chiudere automaticamente la chiamata subito dopo. Tu sei un cliente, sei solo, sei impotente, sei nessuno. Ed è bene che ricordi la sensazione di frustrazione di quelle interminabili ore, perché così potrà essere il tuo futuro se lo deleghi al buon cuore di una voce elettronica gestita dalla banca “amica” di una vita.

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